Sgomberi, parla il proprietario della villa: «L’area era una discarica, ora è un parco grazie a me»

«Hanno fatto carne da macello!». È un fiume in piena Antonio Staniscia, imprenditore di Vasto proprietario del villino nella fascia più alta di località Canale, oggi convinto di essere vittima di un atto ingiusto. Quella costruzione è l’unica autorizzata, tutto il resto che la circonda torna alla collettività essendo di proprietà della Provincia di Chieti: ampie zone verdi dalle quali è già stata rimossa una costruzione in cemento e andranno sgomberate strutture di legno, gazebo, altri manufatti, serbatoi e alcune piante.

Staniscia, come gli altri 23 proprietari dei terreni precedentemente liberati a novembre, pagava un canone alle Ferrovie dello Stato prima che questa vendesse il sito alla Provincia per la realizzazione della Via Verde.
«Quest’area – dice a Chiaro Quotidiano – era una discarica, oggi è un parco grazie ai lavori di sistemazione che io e la mia famiglia abbiamo effettuato in 30 anni. Oggi c’è anche l’Anas, quando mai si è vista per la pulizia delle sue aree al limite della Statale 16».

L’imprenditore vastese qui ha avviato anche un’attività turistica. Il viale d’accesso fino a qualche tempo fa era chiuso da un cancello, al suo posto stamattina c’era una catena. «Sono stato il primo ad aprire un B&B a Vasto, ora ce ne sono decine, ma io sono stato il primo perché credo in questa zona. Ci credo così tanto che in questa villa ho la mia residenza, risulta la mia prima casa. È vero, ho fatto un abuso nel ricostruire i due piccoli edifici attigui alla villa dopo che una frana li aveva buttati a terra, ma per quello ho già pagato un condono. Io sono stato l’esecutore, non il mandante, l’esecutore materiale dell’abuso edilizio».

Alcuni dei manufatti da rimuovere

«Non posso restare con una villa di quella dimensione senza un’area intorno, per questo ho chiesto più e più volte di poter continuare a usarla visto anche che non era ostativa alla costruzione della Via Verde. Stanno tagliando anche le siepi, è un danno ambientale (su questo punto Menna ha detto che erano state piantate appositamente per nascondere e delimitare l’area, nda). Sono un imprenditore e andrò avanti, ma oggi ci hanno messo in ginocchio, è un brutto colpo anche a livello psicologico».

Antonio Staniscia

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *