Un anno dopo, ricomincia la battaglia su Fosso Marino. Mentre l’estate scorre tutt’altro che tranquilla dopo due divieti di balneazione nel giro di due settimane, il secondo revocato due giorni fa, gli ambientalisti convocano una conferenza stampa. A far sentire la loro voce sono i responsabili di Stazione ornitologica abruzzese e Gruppo Fratino Vasto, Augusto De Sanctis e Stefano Taglioli.
Nei giorni scorsi l’assessore ai Servizi manutentivi del Comune di Vasto, Alessandro d’Elisa, ha spiegato a Chiaro Quotidiano le intenzioni dell’amministrazione: creare una grande vasca di raccolta delle acque bianche al di sotto di piazza della Guardia costiera, interrare il tratto di Fosso Marino che taglia in due la spiaggia e costruire una condotta che porti a scaricare le acque bianche a 300 metri dalla riva. A studiare la soluzione saranno gli ingegneri dell’Università degli studi di Cassino e del Lazio Meridionale. Diametralmente opposta la posizione delle due organizzazioni ecologiste, che chiedono «con forza l’attuazione delle misure di rinaturalizzazione dell’area previste dal Piano demaniale marittimo del Comune di Vasto».
Intanto bisogna cercare gli scarichi abusivi o le perdite dalla fognatura. Queste le due ipotesi sulle cause della contaminazione da escherichia coli che ha causato i divieti temporanei di balneazione. Servirà un robot per scandagliare la parte tombata di Fosso Marino alla ricerca di rotture o tubi di scarico privati.