Appena un anno fa, si celebrava quell’area sbancata dalle ruspe, ripulita e privata della vegetazione come la «nuova area eventi». Lo si faceva tra le polemiche di chi riteneva quella decisione uno scempio, come quella di intubare Fosso Marino per evitare che quel pezzo di spiaggia libera, l’unico sufficientemente grande, fosse tagliato in due dal canale.
Erano le settimane di preparazione del Jova beach party, il doppio concerto di Jovanotti del 19 e del 20 agosto. Concetto ribadito dall’amministrazione comunale di Vasto anche dopo che i concerti avevano portato in quel tratto di arenile 20mila persone a serata. Con qualche distinguo, come quello dell’assessore all’Ambiente, Gabriele Barisano, precisava a microfoni accesi che quella «è area di rinaturalizzazione e tale deve rimanere».
Undici mesi dopo, la vegetazione si è ripresa il suo posto, compresa la vasca di contenimento creata per frenare il flusso e intubarlo. L’acqua ha riconquistato il suo naturale sbocco verso il mare. Ma intanto Fosso Marino è tornato a puzzare. E i dati rilevati dall’Arta sulla qualità delle acque danno esito negativo, così scatta l’ordinanza di stop alla balneazione in quel punto, qualche decina di metri a sud del pontile di Vasto Marina. Il timore è di tornare indietro. A quel 2012 in cui i divieti di balneazione costarono la Bandiera blu. Mentre avanza il sospetto che gli scarichi abusivi siano tornati a inquinare quello che dovrebbe essere uno scolo di acque bianche.