“Come d’aria”, a Vasto d’autore il racconto di chi ha conosciuto Ada D’Adamo

Com’è nato il libro che ha vinto tre giorni fa il Premio Strega. Il lavoro e i sentimenti che ne hanno accompagnato la scrittura, la pubblicazione e la candidatura al prestigioso premio letterario. Nella terza serata di Vasto d’autore tre professioniste della comunicazione raccontano l’autrice e i contenuti di Come d’aria, il romanzo di Ada D’Adamo.

Vasto d’autore, terza serata: da sinistra, Carola Carulli, Stefania Gaggini e Laura Pezzino

A Vasto «la prima presentazione di questo libro dopo la vittoria al Premio Strega», fa notare Paola Cerella nell’introdurre prima il saluto dell’assessore alla Cultura, Nicola Della Gatta, e poi le tre ospiti che parleranno non solo dei contenuti del romanzo, ma anche di chi è stata Ada D’Adamo: la relatrice Laura Pezzino, Carola Carulli, giornalista del Tg2, e Stefania Gaggini, vastese, responsabile dell’ufficio stampa di Elliot, la casa editrice che ha dato alle stampe Come d’aria.

«Ada decide di far nascere Daria, bambina con una malformazione congenita. A un certo punto, Daria si ammala», racconta Pezzino. Come d’aria è anche «un titolo che nasce da un gioco di parole partendo dal nome della figlia Daria». Un manoscritto «rifiutato da dieci case editrici», prima di trovare spazio in Elliot, che lo ha candidato al Premio Strega. «Chissà quanti altri editori si staranno mangiando le mani», scherza Paola Cerella.

Diecimila copie vendute nei primi mesi, 100 all’ora dopo il trionfo della notte tra il 6 e il 7 luglio. Ada ha fatto in tempo a sapere che il suo romanzo era tra i 12 selezionati (su 80 proposti) per l’importante concorso letterario, ma non che era stato poi inserito nella cinquina dei finalisti. È il terzo riconoscimento postumo in 77 edizioni del Premio istituito dalla Fondazione Maria e Goffredo Bellonci: nel 1959 era toccato a Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, morto due anni prima, e nel 1996 a Passaggio in ombra di Maria Teresa Di Lascia.

Un libro di verità, «ma non c’è pietismo. C’è invece molta forza», sottolinea Stefania Gaggini.

«Ci ho messo 15 anni a scriverlo», le ha rivelato l’autrice, perché «non c’è solo la scrittura», fa notare Stefania. «Il lavoro che Loretta (Loretta Santini, direttrice editoriale di Elliot, n.d.r.) ha dovuto fare con Ada è stato poco, perché il libro era scritto bene».

Ada decise di portare a termine la sua gravidanza, «ma non è – sottolinea Carola Carulli – che si è meno madre se si decide di interrompere una gravidanza così, soprattutto per le difficoltà che avrà quel figlio, in particolare dopo che la mamma non ci sarà più».

«Il dolore rende soli», riflette Gaggini. «In questo libro si può trovare la normalità, la bellezza». Come d’aria ha già ricevuto una sfilza di riconoscimenti, tra cui i premi Strega, Strega giovani, Flaiano. L’ideatrice di Vasto d’autore, Patrizia Angelozzi, legge la poesia che Ada D’Adamo ha lasciato al marito, Alfredo Favi.

La terza serata era cominciata con Enza Alfano, scrittrice e giornalista del Corriere del Mezzogiorno, autrice di Perché ti ho perduto, edito da Perrone Editore, intervistata da Stefano Redaelli. Dal suo romanzo è stato realizzato un film per Rai 1 con la regia di Roberto Faenza.

Chiusura dedicata a Peppe Millanta in duplice veste di scrittore e musicista: il suo nuovo romanzo Cronache da Dinterbild, edito da Neo Edizioni, e le musiche sudamericane con chitarra e fisarmonica.

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