Non solo abbattimenti e catture. Il piano triennale di monitoraggio e controllo dei cinghiali nelle Riserve naturali di Punta Aderci e Marina di Vasto prevede anche «metodi ecologici» per contrastare il proliferare degli ungulati. Lo si legge nel documento redatto da Fabio De Marinis, biologo incaricato dal Comune di Vasto, che ha chiesto alla Regione Abruzzo la Vinca, valutazione di incidenza ambientale, necessaria a rendere operativo il piano di contenimento numerico dei cinghiali. Ammontano a diverse centinaia di migliaia di euro nel periodo 2016-2022 i danni alle colture e quelli derivanti da 110 incidenti stradali.
I metodi ecologici individuati dall’esperto faunistico si affiancano agli abbattimenti e alle catture con gabbie e recinti. Prevedono il controllo della presenza di discariche, indagini conoscitive sul corretto smaltimento dei rifiuti agricoli, l’ottimizzazione della raccolta dell’umido evitando gli orari notturni (in cui la presenza dei cinghiali è molto maggiore) o agganciando i secchi dell’immondizia a recinzioni e ringhiere per evitare che rimangano a terra divenendo facili obiettivi per gli ungulati.
Il piano triennale ha ottenuto il parere favorevole dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale), che chiede di aumentare il numero degli abbattimenti per evitare che il contagio da peste suina arrivi anche in Abruzzo.