Mezzo entroterra senz’acqua da una settimana. Chiesto tavolo tecnico urgente

L’emergenza idrica nell’entroterra vastese compie una settimana. Sono passati sette giorni dalla prima comunicazione della Sasi sui problemi causati dalla frana di Roccaspinalveti in località Acquaviva. La fine di queste operazioni dovrebbe avvenire stamattina dopo un ulteriore slittamento causato dall’abbondante pioggia caduta ieri pomeriggio. Le prossime ore saranno indicative per capire se e quanto la soluzione temporanea individuata dalla società che gestisce il servizio idrico integrato – una bypass con tubi più flessibili – reggerà. Una volta riattivata l’erogazione, bisognerà attendere altre ore per far sì che condutture e serbatoi vadano a regime portando l’acqua nelle case.

Intanto, ieri, il sindaco di Roccaspinalveti, Claudia Fiore, ha chiesto un sopralluogo e l’istituzione di un tavolo tecnico urgente di coordinamento tra Comuni coinvolti, Regione, Provincia, genio civile, protezione civile, prefetto e vertici Sasi che potrebbe tenersi già all’inizio della settimana. «Il movimento franoso non si arresta e la deviazione della condotta idrica potrebbe essere nuovamente interrotta – dice Fiore – Il tavolo tecnico è necessario sia per il monitoraggio della frana che per il pericolo connesso alla carenza idrica dei 14 Comuni a secco ormai da una settimana. A mio avviso questa faccenda necessita di uno studio più approfondito e non più rimandabile, per capire chi deve fare cosa».

Roccaspinalveti, grazie alle proprie sorgenti, non sta soffrendo l’assenza di acqua, ma in altri 14 paesi la situazione è critica: Atessa, Carpineto Sinello, Carunchio, Casalanguida, Celenza sul Trigno, Dogliola, Fresagrandinaria, Guilmi, Lentella, Liscia, Palmoli, San Giovanni Lipioni, Tornareccio e Tufillo. Per rifornire questi 14 paesi la Sasi ha messo a disposizioni 4 autobotti (2 proprie, 2 di una ditta esterna) che nei giorni scorsi hanno fatto la spola tra i vari centri con, quindi, un contributo minimo alle esigenze dei cittadini. Per questo alcuni sindaci stanno cercando di far fronte all’emergenza autonomamente.

Sul crinale della montagna è possibile osservare i solchi creati dalla frana prima di arrivare a valle

Tornando alla frana, la situazione si conferma di non facile soluzione. Il paesaggio sta cambiando aspetto giorno dopo giorno: per capire gli effetti imponenti dello slittamento del terreno, basti pensare che la strada e gli scorci ripresi nel nostro video [GUARDA] di qualche giorno fa in corrispondenza del fronte di frana non esistono più.
Dalle Marche sono attesi tubi in ghisa per la nuova conduttura, ma questa potrà essere realizzata solo quando il grande movimento franoso si sarà arrestato (difficile anche individuare un percorso alternativo). Per questo è necessario l’intervento di tecnici con competenze adeguate per emergenze simili. La speranza è che la soluzione provvisoria non diventi definitiva come da tradizione.

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