Nella frana che ha lasciato a secco il territorio: si teme un’emergenza idrica indefinita

Sette metri dal piano della strada. A tanto è lievitato il dislivello causato dalla frana in località Acquaviva a Roccaspinalveti che ha spazzato via l’adduttrice principale dell’acquedotto Sinello lasciando a secco 15 Comuni. La conduttura è stata già riparata due volte nei giorni scorsi e in entrambe le occasioni i lavori sono stati resi vani in meno di 24 ore dall’avanzare della frana.

Gli operai della Sasi stanno lavorando notte e giorno, ma il fronte di frana è ancora inarrestabile. L’acqua raccoltasi nei giorni scorsi sta continuando a scendere dal crinale della montagna portandosi dietro il terreno in decine di rivoli. Il movimento è lento, ma inesorabile, è possibile vedere il terreno che si sgretola davanti ai propri occhi. «La montagna sta venendo giù» ha detto nei giorni scorsi il sindaco Claudia Fiore e lo scivolamento sta portando con sé di tutto: alberi, asfalto, manufatti vari e, come detto, i tubi dell’acqua spezzandoli.

Da un lato c’è quindi la gestione della frana, dall’altro l’emergenza idrica che sta mettendo in ginocchio i paesi, alcuni dei quali sono senz’acqua da domenica scorsa. «Ho l’impressione che non ci sia ancora la consapevolezza della gravità della situazione – dice il primo cittadino – A Roccaspinalveti non abbiamo problemi d’acqua grazie ad alcune sorgenti comunali, ma chiediamo che vengano inviate più autobotti possibili per assicurare la risorsa idrica a tutti i centri colpiti».

Intanto, i sindaci dei comuni interessati (Atessa, Carpineto Sinello, Carunchio, Casalanguida, Celenza sul Trigno, Dogliola, Fresagrandinaria, Guilmi, Palmoli, Roccaspinalveti, San Giovanni Lipioni, Tornareccio, Tufillo e Lentella), unitamente, hanno chiesto a Regione, Genio civile e Provincia il riconoscimento dello stato di calamità con l’attivazione di interventi di urgenza. Nella missiva è scritto testualmente che è «difficoltoso se non impossibile la riparazione da parte dei tecnici della Sasi».
L’altro ieri a Roccaspinalveti è arrivato un geologo della Regione, la speranza è che con la sua relazione venga mobilitato il genio civile. Nella giornata di oggi si attendevano nuove tubature dalle Marche.

Di fatto al momento mancano veloci soluzioni per aggirare la frana e il timore è che si possa profilare un disservizio idrico prolungato senza un termine certo. La comunicazione della Sasi di ieri sera citava un ripristino per le ore notturne di oggi, una nuova nota l’ha spostato a domani (23 giugno) notte, ma tutto resta nel campo dell’incertezza nel primo periodo dell’anno dalle alte temperature.

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