Non abbattere quella che fu la casa del custode. Lo chiede il Comitato cittadino per l’asilo Carlo Della Penna all’amministrazione comunale di Vasto.
«È noto che il progetto di ristrutturazione dell’ex asilo Carlo Della Penna (la cui gara d’appalto dovrà essere definita entro fine luglio) non includeva la cosiddetta casa del custode, la cui sorte restava dunque da definirsi, si legge in una nota del comitato. Su questo tema l’amministrazione comunale ci aveva, negli anni, costantemente assicurato ampia disponibilità al confronto. Ampia disponibilità ampiamente disattesa.
È del 2 marzo scorso, infatti, la delibera di Giunta comunale (n. 24) che, nel quadro di un accordo preliminare di permuta con un privato confinante dell’area dell’asilo (di cui omettiamo il nome) prevede l’“abbattimento da parte del Comune di Vasto a proprie spese in tutto e/o in parte dell’edificio denominato «Casa del Custode»”.
La demolizione, secondo l’accordo preliminare, sarà conseguente alla cessione al detto privato, da parte del Comune di Vasto, della proprietà della striscia di terra su cui per l’appunto sorge la casa, in cambio dell’estinzione della servitù di passaggio (intestata allo stesso privato) gravante su un’altra zona della stessa area dell’asilo. La delibera giunge al termine di una vicenda pluridecennale costellata di numerose incongruenze relative alla legittima proprietà dei luoghi, ma, con ogni evidenza, ne aggiunge un’altra. La detta servitù di passaggio, costituita con atto del 22 agosto 2002, si prescrive dopo 20 anni quando – come nel nostro caso- non sia mai stata esercitata, ex art. 1073 c.c..
Cosa abbia indotto il Comune di Vasto a ignorare il codice civile è una domanda che ancora attende una risposta. Nel frattempo ci auguriamo che l’amministrazione comunale ci ripensi. La casa del custode, scrive il prof. Murolo, “ha sicuramente un valore testimoniale. Si tratta dell’unico esempio in città di una trama progettuale che voleva misurarsi con il Moderno”».
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