La cifra è record per il porto di Punta Penna. Tremila furgoni caricati in una decina di giorni. Quattrocento nella sola giornata di domenica, giorno dell’attracco della nave più grande di sempre nel bacino vastese. Sulla banchina di riva, quel giorno, c’erano 900 mezzi commerciali prodotti dalla Sevel di Atessa. L’approdo è a Monfalcone, le destinazioni sono Francia e Nord Europa.
Numeri in forte ascesa che fanno chiedere al sindaco, Francesco Menna, l’ampliamento del bacino portuale. Un progetto, quello di raddoppio del porto, che risale a 15 anni fa, quando fu presentato un Prp, piano regolatore portuale, tanto ambizioso quanto discusso. Forti furono le polemiche tra imprese, favorevoli, e ambientalisti, contrari perché considerano l’ampliamento una colata di cemento che consentirà l’aumento del traffico pesante in un’area in cui non ci sono solo porto e zona industriale, ma anche la Riserva naturale di Punta Aderci.
«Questi numeri sempre più imponenti relativi agli imbarchi – afferma Menna – testimoniano la necessità di finanziare la realizzazione del Piano regolatore portuale voluto da Luciano Lapenna. Lavori che consentirebbero a Punta Penna di accogliere navi merci di stazza superiore, ai livelli dei porti di Ancona, Bari e Livorno. Oggi, visti i costi lievitati delle materie prime, serve un finanziamento da 200 milioni di euro. Lo chiediamo al ministero tramite l’autorità portuale di Ancona».