Più che una gara una sfida contro se stessi. E non solo pensando anche al maltempo che ha condizionato e non poco la seconda edizione della “Utlac 250 km”.
Un durissimo endurance trail, svoltosi intorno al Lago di Como e che, tra i 55 iscritti ha visto protagonista anche Salvatore Di Bono, tesserato con la “Vini Fantini”. Sansalvese classe 1980 ma, ormai da due anni, trapiantato a Varese per motivi lavorativi ha deciso di partecipare dopo aver raccolto preziose informazioni sulla prima edizione.
«L’idea di partecipare alla seconda edizione della “Utlac 250 km” – le parole di Salvatore Di Bono – l’ho maturata un anno fa quando ho deciso di accettare questa sfida sportiva. Ho avuto la fortuna di poter contare sul preparatore atletico Andrea Zaami e il nutrizionista Diego Conti, due figure fondamentali in questo lungo percorso».
Scendendo nel dettaglio la “Utlac 250 km” è una endurance trail da compiere nel tempo massimo di 90 ore, correndo giorno e notte. I km precisi sono 258 con un dislivello di 12.500 metri, una gara che richiede una forza fisica e mentale elevata. Da Lecco, passando per Colico, Garzeno, Plesio, Cernobbio fino al traguardo, ancora a Lecco.
Ogni partecipante ha la possibilità di poter essere accompagnato dal 130° km in poi da tre compagni, ovvero i “pacer”. Salvatore è stato accompagnato, oltre che dal già citato Zaami anche da Francesco Pracilio e Luigi La Verghetta.«Il programma inizialmente prefisso – ha proseguito Di Bono – è stato stravolto dalle pessime condizioni meteo che hanno reso la gara molto più complicata. Pioggia, vento, grandine, freddo e anche un po’ di neve notturna, a 2000 metri, mi stavano spingendo verso il ritiro ma l’apporto dei miei compagni, soprattutto la seconda notte, è stato fondamentale».
Nel lungo percorso, oltre ai vari ristori (ogni 15 km), 3 basi vita dove i protagonisti del trail potevano riposarsi in vista delle successive fatiche: «c’erano spazi dove poter allungarsi e ricaricare le energie ma in quattro notti non ho dormito più di sei ore.
Sonno, fatica e le tante vesciche sono stati i peggiori nemici ma ho avuto la forza di non mollare». Tra le tante difficoltà anche quella di non poter contare su in percorso segnalato ma Salvatore Di Bono, partito mercoledì 10 maggio alle ore 18, domenica 14, alle ore 11:30 ha tagliato il traguardo dopo 89 ore e 30 minuti. Partiti in 55 i 258 km sono stati completati da 37 atleti ma all’arrivo per il quarantatreenne sansalvese è stata immensa la gioia: «Ho pianto io e anche chi mi ha supportato durante questa fantastica esperienza, su tutti mia moglie che mi ha dato grande forza. All’arrivo ho provato una grande emozione e tutti i presenti hanno fatto il tifo per me. Non posso però dimenticare di ringraziare il gruppo “Change” di Vasto, mi hanno dato la forza di non mollare e il nostro motto #troppofacilemollare è calzato a pennello».
La stanchezza spazzata via da un’incredibile forza di volontà, Salvatore Di Bono ha conquistato una luccicante medaglia ma soprattutto si è regalato un’esperienza indimenticabile che, con ogni probabilità, verrà bissata anche nel 2024.