«Salvaguardare anche il tratto di riserva dedicato all’escursionismo e l’ingresso ai fondi agricoli». Il comitato Terre di Punta Aderci entra nel dibattito sulla soluzione temporanea per non tagliare fuori Vasto dalla Via Verde al centro di una rinnovata promozione turistica sulla scorta del Giro d’Italia.
Il progetto iniziale della pista ciclabile della Costa dei Trabocchi prevedeva il passaggio nella zona industriale di Punta Penna, una soluzione che non piaceva né ai ciclisti né agli imprenditori per un eventuale restringimento di carreggiata. Così è stata studiata una variante da due milioni di euro da realizzare parallelamente alla Statale 16.
L’opera però richiede tempo e per ovviare provvisoriamente si pensa a un percorso misto: un’idea che ha rispolverato gli “antichi” contrasti. Gli industriali dicono di no sostenendo la necessità di spazi di manovra.
Sull’argomento ora interviene anche il comitato Terre di Punta Aderci che esordisce premettendo che «garantire la sicurezza dei numerosi cicloturisti che raggiungeranno le nostre coste nella stagione estiva sia un obiettivo non rinunciabile e non sacrificabile ad interessi particolaristici».
«Confidiamo nella rapida individuazione di una soluzione ragionevole in grado di salvaguardare la sicurezza stradale e garantire alla città la possibilità di non essere tagliata fuori dal movimento cicloturistico che sta coinvolgendo l’intera costa dei trabocchi, ritenendo che la limitazione del traffico pesante su un piccolo tratto della viabilità della zona industriale possa costituire un valido contemperamento degli interessi in gioco».
Come detto, per il comitato ci sono anche altre criticità da sanare: «Il collegamento con la ciclabile a Vignola non è l’unico problema legato alla regolamentazione della Via Verde da affrontare nell’area della Riserva di Punta Aderci. Da tempo infatti abbiamo segnalato la peculiarità del tracciato che attraversa la Riserva, che coincide con i percorsi naturali che il Pan individua per l’escursionismo a piedi, in bicicletta ed anche a cavallo e si inserisce in un’area agricola dove deve essere salvaguardata la possibilità di accesso ai fondi da parte degli agricoltori, anche con mezzi meccanici. Manifestiamo naturalmente piena disponibilità al confronto e al dialogo con le istituzioni e gli altri portatori di interesse sui temi qui affrontati, nel massimo rispetto delle diverse posizioni in campo».
Il tratto di Punta Penna però non è l’unico mancante nel completamento della Via Verde. Bisogna ancora realizzare il tratto di Casalbordino e quello sulla frana di Lago Dragoni a Torino di Sangro (per il quale si pensa a un ponte).