Il prof. Aquilano all’evento nazionale di archeologia. Nuova scoperta nel porto sommerso di Histonium

Dal mondo sommerso nell’Adriatico riemerge un altro reperto che racconta la storia dell’antica Histonium. Un muro a 300 metri dalla riva di Vasto Marina. Probabilmente appartiene all’antico porto romano della città. È il risultato delle ricerche che il professor Davide Aquilano porterà davanti alla platea dei più importanti archeologi italiani. Il gotha della ricerca si riunirà in questo fine settimana in Sardegna al Convegno nazionale di archeologia subacquea.

Un muro dell’antico porto sommerso di Histonium (immagine fornita da Davide Aquilano a Chiaro Quotidiano)

L’importante evento scientifico durerà quattro giorni, a cominciare da oggi pomeriggio, con sedi a La Maddena e a Olbia. Il convegno, convocato con cadenza triennale, raccoglie le migliori esperienze degli istituti di ricerca italiani, con una particolare attenzione alle nuove tecnologie e metodologie di ricerca archeologica subacquea.

La relazione di Aquilano, in programma il pomeriggio del 13 maggio a La Maddalena, nel salone municipale, verterà sui resti sommersi dell’antico porto che si trova davanti al litorale di Vasto Marina, a nord del Monumento alla Bagnante. «Parlerò – spiega il ricercatore – dell’insediamento portuale di Histonium, che è la sostanza del parco archeologico sommerso, inoltre presenterò i risultati e le prime interpretazioni. Si tratta di un lavoro svolto in collaborazione con Italia nostra e cooperativa Parsifal, ma cominciato trent’anni fa con la compianta professoressa Giuntella dell’Università di Chieti».

«Tra i risultati che presenterò, c’è anche una novità: la scoperta di un muro al largo di Vasto Marina, a 300 metri dalla riva, mentre gli altri resti, visibili anche nelle escursioni che organizziamo d’estate, si trovano a 80 metri dalla battigia. Un muro che potrebbe essere un altro elemento della struttura portuale. Sporge poco dalla sabbia, quindi serve un finanziamento per eseguire un piccolo scavo e far riemergere l’opera in muratura. A breve riprenderemo le ricerche nel parco archeologico sommerso e vedremo quali sono gli effetti delle mareggiate, che muovono la sabbia e, di conseguenza, coprono e scoprono gli antichi manufatti».

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