Il “Bucci”, l’ex asilo di via Firenze e altri «pasticci»: il dossier delle opposizioni di San Salvo

La lente d’ingrandimento delle opposizioni di San Salvo sul patrimonio e le opere pubbliche. Dopo la realizzazione dei parcheggi di via De Vito preceduta dall’acquisizione di due strutture, Più San Salvo, Pd e Azione politica mettono in lista altre quattro procedure per le quali hanno presentato un esposto.
In cima c’è la ben nota Particella 18 di San Salvo Marina da tempo al centro di bandi di gara per l’acquisizione andati deserti, seguono poi la permuta dell’ex asilo di via Firenze, la vendita di un lotto di via Trignina e i lavori allo stadio “Davide Bucci”.

A illustrare i passaggi poco chiari di tali procedure sono i consiglieri Fabio Travaglini e Nicola Argirò che iniziano con una premessa: «Per questo dossier ci stiamo avvalendo di un team di tecnici, ingegneri, architetti; per noi il patrimonio pubblico è da tutelare. Tutto inizia 11 anni fa, quando l’allora commissario prefettizio riordinò la normativa su alienazioni e vendita di patrimonio pubblico. Tra gli aspetti messi in evidenza ci sono la necessità di una perizia e la competenza del consiglio comunale».

Nicola Argirò e Fabio Travaglini

L’EX ASILO – Una delle cessioni contestate riguarda l’ex asilo di via Firenze. Quest’immobile, una cui parte insiste anche su via Duca degli Abruzzi, è stato ceduto per 348mila euro nell’operazione che ha portato alla realizzazione del nuovo plesso di via Melvin Jones, «ma non esiste alcuna perizia». «La cubatura possibile in quest’area corrisponde a una palazzina di 50 vani, ma l’impatto di una tale costruzione non esiste nel piano regolatore. Inoltre, la vendita è stata aggiudicata da un Ati formata da tre imprese, ma il bene è stato consegnato solo a due di queste».
Nella stessa operazione rientra, poi, la realizzazione di una nuova rotatoria che sostituirà l’incrocio regolato dal semaforo di via Duca degli Abruzzi, «La nostra analisi riguarda anche quest’ulteriore passaggio, ma lo approfondiremo in seguito».

Lo stadio ”Davide Bucci”

LO STRANO CASO DEL ”DAVIDE BUCCI” – C’è poi lo strano caso del “Davide Bucci”, il principale impianto sportivo della città chiuso da anni e a più riprese al centro di annunci di interventi risolutivi. Qui la collezione di atti pubblici realizzata dai consiglieri di opposizione evidenzia una certa confusione:
settembre 2021: viene assegnato un incarico professionale per verifiche ingegneristiche per valutazione statica e dinamica della tribuna coperta dello stadio;
marzo 2022: delibera di giunta di affidamento di uno studio di fattibilità per la messa in sicurezza della tribuna coperta, finalizzata alla richiesta di contributi;
settembre 2022: determina per messa in sicurezza per tribuna scoperta, ma richiama la delibera precedente per la tribuna coperta;
ottobre 2022: delibera di giunta per messa in sicurezza della tribuna coperta, ma nello stesso documento si dà atto «che si è proceduto con l’operazione di due lotti funzionali alla progettazione e messa in sicurezza della tribuna scoperta per un valore di due milioni e mezzo e di approvare il progetto definitivo di messa in sicurezza della tribuna scoperta».
dicembre 2022: delibera di giunta su messa in sicurezza della tribuna coperta, approvazione dello studio di fattibilità.
febbraio 2023: determina messa in sicurezza della tribuna coperta e affidamento per indagini meccaniche e diagnostiche per la staticità. «Ci sembra un atto superfluo perché lo studio di fattibilità prevede la demolizione».
«Da questo alternarsi di “scoperta” e “coperta” si deduce che non poteva essere approvato un progetto definitivo per la tribuna scoperta con uno studio di fattibilità per la tribuna coperta visto che sono due parti dello stadio totalmente non diverse e non comunicanti. Questa incongruenza può indurre in errore anche l’ente erogante un eventuale contributo».

IL TERRENO – Altro caso attenzionato è quello di un terreno di via Trignina posto in vendita nel 2015 per 768mila euro. Lo stesso terreno che una volta ospitava un asilo è stato poi rimesso in vendita nel 2021 a 486mila euro, senza alcuna perizia, «con una svalutazione giustificata con il Covid». Il terreno è stato acquistato da una società immobiliare che si appresta a realizzarvi una palazzina residenziale, ma secondo i gruppi di opposizione, nella vendita sarebbero rientrate anche le opere realizzate dal Comune (marciapiedi, illuminazione) che, facendo aumentare la superficie del lotto, incrementerebbe anche la cubatura che è possibile realizzarvi.

In cima alla lista, come detto, c’è un altro caso emblematico, quello della stra-nota particella 18. «Negli anni è stata svalutata di più del consentito ed è stata al centro di una trattativa privata sulla quale abbiamo dubbi».
Per approfondire:

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