Demolire e ricostruire. Così una società immobiliare vuole recuperare il caseggiato abbandonato da decenni in piazzale Histonium. Le divergenze tra Comune e impresa nascono, però, su cinque parcheggi che si perderebbero con la demoricostruzione. Conferenza di servizi e lettere protocollate in municipio non sono servite a sbloccare l’iter, giunto a un punto morto.
ITER ACCIDENTATO – La domanda di abbattimento e ricostruzione è dello scorso anno. Il progetto, redatto dall’ingegner Michele Notarangelo, è stato presentato in Comune dalla società Histonia investimenti srl di San Marco in Lamis (Foggia) in base alle norme del Piano Cervellati, il programma di recupero del centro storico che prende il nome dall’urbanista bolognese incaricato di redigerlo nel 2009 dall’amministrazione Lapenna.
Il posizionamento dello stabile di due piani che separa piazzale Histonium da corso Plebiscito e il relativo ingombro di suolo sono già segnati sulla mappa del documento urbanistico. I problemi, però, riguardano il lato corto del fabbricato: in via Pascoli dove, con la nuova costruzione, si perderebbero cinque posti auto, che il Comune non vuole cedere.
Un intoppo emerso il 28 ottobre scorso nella conferenza di servizi convocata a palazzo di città: attorno a un tavolo si sono seduti i rappresentanti dei settori patrimonio, urbanistica ed edilizia, progettazione realizzazione opere pubbliche, polizia locale e manutenzioni stradali. C’è il parere positivo della Soprintendenza ai beni ambientali, architettonici e storici d’Abruzzo e di quella ad archeologia, belle arti e paesaggio. Ma il no arriva dalla polizia locale. Il motivo è che, prolungando il fabbricato, verrebbe ostacolata la visuale agli automobilisti provenienti dalle strade vicine, corso Plebiscito e via Vescovado. La Histonia investimenti tramite il suo avvocato, Giovanni Di Santo, in una lettera dell’11 novembre aveva replicato ritenendo che, con quel rifiuto, fosse stata disattesa l’applicazione delle norme attuative del Piano regolatore. In assenza di risposta, il legale ha inviato al Comune di Vasto una seconda missiva per chiedere, in nome e per conto della società, un incontro urgente in municipio allo scopo di sbloccare la procedura, fissando al 14 aprile il termine entro cui la Histonia avrebbe atteso una risposta. In quella data il Comune ha replicato con un diniego all’acquisizione dello spazio da 80 metri quadri occupato dai cinque parcheggi che, secondo l’impresa, sarebbero invece ricompresi nella sagoma prevista dal Piano Cervellati.
RISCHIO CONTENZIOSO – Ora davanti ai costruttori si pongono due strade: ridimensionare il progetto, oppure ricorrere alla giustizia amministrativa per chiedere l’annullamento dell’atto di diniego.
«L’opera – afferma l’avvocato Di Santo – non ha solo una valenza speculativa, che è minima vista la limitata occupazione di suolo, ma è anche utile alla collettività, perché consente la riqualificazione di un’area degradata. La cosa che dispiace è che, piuttosto di cercare un dialogo, un contatto diretto, si è preferito non dare risposta alle nostre osservazioni, presentate nel novembre 2022. Inoltre, alla richiesta di incontro chiarificatore non è stato dato alcun riscontro. Un ricorso al Tar? Valuteremo il da farsi».
I tempi si allungano e il caseggiato rimane diroccato. Piacevole come un pugno nell’occhio.