Don Gianluca Bracalante, parroco di Gissi e teologo della Pontificia Università Lateranense, ha partecipato lo scorso 15 aprile alla tavola rotonda Harry Potter tra le righe – Alla scoperta dei significati di una saga che continua a incantare i nostri ragazzi, organizzata dal Premio Letteratura Ragazzi di Cento nella tre giorni di eventi dedicati alla serie di romanzi di J. K. Rowling. Nel 1998, quando il successo internazionale era ancora lontano, la rassegna culturale di Cento premiò Harry Potter e la pietra filosofale. «La giuria capì la bellezza e l’importanza di questo romanzo», commenta don Bracalante, che si è confrontato con Marina Lenti, saggista e autrice e Ivano Sassanelli, professore incaricato di Diritto Canonico presso la Facoltà Teologica Pugliese. Ha presentato i temi del suo libro Harry Potter – Una lettura teologica, «sottolineando alcune caratteristiche che si riallacciano alla teologia, la scienza che pone le domande su Dio». In Harry Potter e la pietra filosofale c’è «la concezione di vita come vocazione – lo scoprire perché sono nato – vista come una risposta al perché sono venuto al mondo e cosa posso essere solo io nel mondo? Questo il romanzo ce lo spiega nell’ermeneutica della bacchetta, è la bacchetta a scegliere il mago, come quando Gesù dice Non voi avete scelto me ma io ho scelto voi».
In una vissuta come vocazione «si evolve non da soli, come porterebbe a fare la società dei selfie, ma in una comunità dove i ragazzi – in questo caso Harry Potter e la scuola di Hogwarts – sono chiamati a una iniziazione umana dentro una comunità con tutte le sue sfide. Per Silente educare non è togliere ostacoli ma aiutare a fare da soli. La pietra filosofale è la metafora della purificazione del sé. La persona matura aggiungendo ciò che manca a sé stessa nell’incontro con l’altro e l’elisir di lunga vita è questo percorso spirituale di crescita e di apertura al mistero del mondo. Tutte queste caratteristiche sono state rintracciate dalla teologia in questo romanzo che è sempre più famoso nel mondo giovanile».