D’Alfonso contro Marsilio: «Mai un presidente si era rivolto così a un sindaco»

«Un presidente in scadenza, il quale realizza delle manganellate attraverso questa sua lettera nei confronti del sindaco di Vasto, nei fatti dicendogli che non si deve permettere di rappresentare le esigenze del territorio dal punto di vista della sanità, quando affronta il tema della conferma o meno di una bravura, di una competenza professionale riguardante la sanità». Così Luciano D’Alfonso definisce il suo successore, Marco Marsilio, e lo taccia di «squadrismo culturale» L’attacco dell’ex presidente della Regione Abruzzo, oggi parlamentare del Pd, contro l’attuale governatore riguarda il caso Muraglia. Un polverone sollevato dallo scambio di lettere infuocate tra il sindaco di Vasto, Francesco Menna, e il presidente Marsilio [LEGGI], sul pensionamento dell’ormai ex direttore sanitario della Asl Lanciano Vasto Chieti, Angelo Muraglia [LEGGI], di cui Menna avrebbe voluto la conferma. Non hanno contribuito a spegnere le polemiche le dichiarazioni del direttore generale dell’azienda sanitaria, Thomas Schael, che ieri ha parlato di raggiunti limiti di età, per cui la legge avrebbe comunque impedito un eventuale rinnovo dell’incarico di Muraglia.

D’Alfonso, in una conferenza stampa in diretta streaming sul suo profilo Facebook, commenta la risposta di Marsilio a Menna affermando che «io non condivido nulla di quello che ha scritto, ma soprattutto il modo con cui ha comunicato con un sindaco: mai accaduto che un presidente di Regione in Italia si sia comportato così corrispondendo documentalmente con un sindaco del territorio del quale pure il presidente della Regione è parte comune, è parte che condivide ambizioni, obiettivi, progetti. Addirittura si rappresenta come l’iniziativa assunta dal sindaco di Vasto sia un’iniziativa strumentale, faziosa, che descrive una certa idea di gestione del potere politico che apparterrebbe al sindaco di Vasto e non appartiene a questo corso della Regione Abruzzo. Tutto è partito da una questione: Muraglia viene portato a fine contrattuale, all’età di 65 anni, e si cerca di spiegare che questo sarebbe accaduto poiché l’età avrebbe impedito il rinnovo. Se si voleva consentire a Muraglia la continuità della sua prestazione lavorativa fino all’età di 67 anni, bastava fare un gesto semplice: prima del compimento dei 65 anni di età si determinava il rinnovo facendo in modo, per esempio, che si mettesse in campo un po’ di quella determinazione che la Regione Abruzzo ha messo in campo quando ha dichiarato guerra a Mancini, direttore generale della Asl di Pescara, o ad Alfonso Mascitelli, altro servitore del sistema sanitario regionale». «Sapete – chiede D’Alfonso – che fine hanno fatto le delibere con la volontà di cacciare l’uno e l’altro? Sono state sanzionate dal giudice del lavoro. Naturalmente io mi farò carico di ricordare alla Corte dei conti che cosa è accaduto», perché «quel risarcimento danni è giusto che evochi anche la lettura e il pronunciamento della Corte dei conti».

Luciano D’Alfonso (foto di repertorio)

Poi lancia la sfida a Marsilio: «Se vuole randellare, io mi rendo disponibile con lui per un confronto per vedere chi randella meglio argomentativamente sulla base degli obiettivi della Regione, chi ha fatto cosa, come si poteva fare cosa, in quali tempi, evitando inutili prove di squadrismo culturale. Quella lettera è un capolavoro di squadrismo culturale, che arriva da un tale che nulla sa della comunità regionale. Mai nessun presidente di Regione si è permesso di trattare male un sindaco. Non l’ha fatto Crescenzi, che lui non sa chi è, non lo ha fatto De Cecco, non lo ha fatto Mattucci, non lo ha fatto Giovanni Pace, non lo ha fatto Chiodi, non l’ho fatto io, che pure ho un carattere attratto dall’emotività argomentativa. Perché deve arrivare un tale che non sa nulla di questa regione e permettersi di trattare male un sindaco eletto e rieletto che solleva questioni collettive? Si ricominci a rispettare i sindaci, il sindaco di Vasto e gli altri sindaci, si ricominci ad assumere il governo della cosa pubblica come qualcosa che si fa insieme».

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