La Ecofox di Vasto ha presentato allo sportello ambientale della Regione un progetto di ammodernamento ed efficientamento della produzione di biodiesel.
La società che ha iniziato le attività nel 1996 nel sito dell’ex Svoa intende con gli interventi previsti anche ottimizzare i consumi energetici (su questo fronte, alcuni mesi fa, come la Pilkington, ha chiesto di poter usare gasolio al posto del metano in caso di necessità dettata dallo scenario internazionale).
Il progetto prevede varie fasi: ottimizzazione del processo di produzione del biodiesel, incremento degli stoccaggi di materia prima, spostamento delle baie di carico autobotti, installazione impianto di cogenerazione per la produzione di 1.3 MWe e revamping centrale termica, spostamento dell’impianto trattamento reflui, installazione impianto anaerobico e revamping impianto aerobico, realizzazione di nuovo building per futuri impianti e relativo parco serbatoi di servizio.
Tutti gli interventi citati, come si legge nel progetto, «non comporteranno la realizzazione di nuovi punti di emissione in atmosfera. Le fonti di emissioni acustiche sono assimilabili a quelle già presenti nello stabilimento».
OTTIMIZZAZIONE PROCESSO PRODUZIONE BIODIESEL – Cuore del progetto è, innanzitutto, il miglioramento del processo di produzione del biodiesel. Gli interventi (basati su processi chimici) per raggiungere l’obiettivo sono molto tecnici e sono consultabili nella documentazione sul sito della Regione. Questi, stando allo studio preliminare ambientale, «consentono di aumentare il rendimento generale dell’impianto, inteso come rapporto tra la materia prima ed il biodiesel ottenuto dalla stessa».
Sarà inoltre realizzata una nuova linea di lavorazione dell’olio vegetale acido con l’«inserimento di una nuova unità da 150 tonnellate al giorno per la conversione di olio vegetale acido in olio neutro». Prevista, inoltre, la riconversione degli attuali serbatoi di stoccaggio (1R, 2R, 3R) «in reattori destinati alla conversione degli acidi grassi in trigliceridi».
INCREMENTO DEGLI STOCCAGGI DI MATERIA PRIMA – È previsto un ampliamento dello stoccaggio, per un totale di 11mila metri cubi, grazie a 4 nuovi serbatoi cilindrici. Questi saranno realizzati nell’area dello stabilimento attualmente occupata dal parco serbatoi S3. Le attuali baie di carico delle autobotti dovranno essere spostate e sono previste nuove tubazioni (340 metri) per inviare i prodotti alle nuove piazzole; «tutte le tubazioni saranno realizzate con doppia parete per garantire il più alto grado di protezione per l’ambiente». Le nuove baie di carico saranno quattro (una di riserva), localizzate in un’altra area di proprietà della ditta.
Il progetto si conclude con:
• l’installazione di un impianto di cogenerazione per la produzione di 1.3MWe e revamping della centrale termica. Il nuovo impianto sarà alimentato a metano ed è destinato alla produzione di energia elettrica e termica, sotto forma di vapore saturo alla pressione di 12barg. Saranno dismessi due generatori.
• lo spostamento dell’impianto trattamento reflui, l’installazione impianto anaerobico e il revamping dell’impianto aerobico. La finalità di questo impianto è la produzione di biometano da immettere nella rete nazionale di distribuzione gas, mentre «l’anidride carbonica verrà liberata in atmosfera».
• la realizzazione di nuovo building per futuri impianti e relativo parco serbatoi di servizio. Questo intervento sarà fatto riusando lo spazio attualmente occupato dall’impianto di trattamento acque e dai serbatoi di servizio. È previsto un nuovo edificio (una pianta di 18 metri per 10 su tre livelli alti 6 m ciascuno) da destinare alla costruzione di futuri impianti e all’ottimizzazione degli esistenti.
«I risultati dello studio previsionale – si legge in conclusione – indicano che le concentrazioni medie degli inquinanti (sono stati presi ad esame la situazione attuale e quella futura, nda), valutati in corrispondenza dei due recettori individuati, risultano inferiori ai valori limite e/o livelli critici previsti dal D.L.gs del 13 agosto 2010, n. 155. È altresì utile sottolineare che alcuni degli interventi proposti si configurano come interventi migliorativi specialmente in termini di contenimento dei consumi energetici, riutilizzo di sottoprodotti e miglioramento delle caratteristiche qualitative delle acque di scarico».
Il progetto è stato pubblicato il 5 aprile scorso per la valutazione ambientale preliminare, da quella data ci sono 30 giorni di tempo per presentare eventuali osservazioni.
Quello della Ecofox non è l’unico intervento previsto sugli insediamenti industriale “storici” di Punta Penna, anche la Puccioni ha avviato l’iter per alcune modifiche tra le quali l’eliminazione del camino di 60 metri.