«Sono tanti, e quasi sempre gli stessi, i problemi del nostro quartiere, ma quello che più manca sono locali, attività commerciali e negozi». Non hanno dubbi i residenti del quartiere Civitanova di Lanciano che, ormai da anni, hanno visto spopolarsi case e strade del cuore storico della città, da sempre al centro di appuntamenti musicali e culturali, ma da cui il commercio piano piano è andato via.
«Sosta selvaggia, paletti con catenelle per parcheggi privati, anche nei pressi di luoghi storici come Santa Maria Maggiore, che spuntano come funghi e viabilità a singhiozzo, sono quelli che definirei i problemi atavici del nostro quartiere – dice un residente -. E se la mancanza di parcheggi sarà risolta quando sarà attivo l’ascensore di Sant’Egidio, quello che più manca è il tessuto commerciale. Senza attività, il nostro quartiere lentamente muore».
Rinomati e ricercati erano i locali e trattorie dei tempi che furono che popolavano via Garibaldi e i suoi vicoli ma piano piano, uno ad uno, sono spariti ed insieme a loro, altrettanto piano piano, si sono spente le luci del quartiere. Ma il quartiere Civitanova, da sempre, è anche sinonimo di storia, cultura, chiese e monumenti. Anche le chiese però, proprio come le attività, hanno chiuso le loro porte creando una mancanza nei tanti che le frequentavano. «I lavori di Santa Maria Maggiore sembrano andare per le lunghe e siamo così orfani della nostra chiesa simbolo – dicono ancora i residenti -. Santa Giovina, poi, è stata proprio chiusa e se prima le signore del quartiere si trovavano per la messa della domenica, ora hanno perso anche quell’appuntamento. Insomma, dove sono le politiche che mirano a recuperare i centri storici?».
Torri Montanare, passeggiata delle Ripe, Santa Giovina, la casa museo di Federico Spoltore e la regina Santa Maria Maggiore, senza un aiuto dalle istituzioni sembrano essere quasi destinate a morire. «Da tempo si parla di bandi e incentivi, soprattutto per i giovani, per l’apertura di nuove attività nei centri storici – concludono i residenti – e se c’è la reale volontà di riqualificare queste zone, crediamo che sia arrivato il momento per far sì che diventino realtà altrimenti davvero rimarrà solo la storia di un tempo».