Un nuovo lungometraggio da girare a partire dall’inizio di quest’estate in Abruzzo, tra le valli di Campo Imperatore e le alte vette del Gran Sasso: è questo il progetto cinematografico a cui ha confidato di lavorare Mario Girotti, conosciuto da tutti come Terence Hill ed ancor di più forse come “Trinità“, il pistolero veloce ma pigro che comodamente trainato dal suo cavallo, girava assonnato per le mulattiere e le cittadine di un far west che aveva tanto d’italiano e poco di americano. Il primo film su Trinità uscì nel lontano del 1970 e fu subito un successo entrando poi di diritto nell’immaginario del cinema italiano. Certo a Terence Hill mancherà la spalla e amico di sempre Bud Spencer , scomparso nel 2016 che nel film interpretava il suo compagno di ventura, mangiate e scazzottate Bambino.
Tuttavia ben cinquantadue anni dopo l’insolita versione dello spaghetti western del regista E.B. Clutcher (pseudonimo dell’italianissimo Enzo Barboni) sembra destinato a continuare nel suo mito e ad avere un nuovo futuro che chissà, magari lo farà conoscere ed amare anche alle nuove generazioni. Le prime indiscrezioni su questo nuovo progetto erano arrivate dalla rivista di settore Ciak Magazine: voci poi confermate dallo stesso Girotti in un’intervista al Corriere della Sera, in cui afferma che a fargli tornare la voglia di riportare Trinità al cinema è è stato un libro, «sulla storia vera di una suora italiana emigrata a fine ‘800 in America con la sua famiglia contadina e poverissima e che da Cincinnati ha deciso di andare nel selvaggio west. Il film si apre così – afferma Girotti nell’intervista – in cui si vede Trinità sulla sua famosa ‘lettiga’ e poi lei, la suora, circondata da tre minacciosi cowboy. Lui capisce che è in pericolo e la salva da quei tre. Da qui comincia la storia che si intitola Trinità, la suora e la Pistola. Dove la Pistola è Billy the Kid perché lei nella sua vita incontrò davvero Billy the Kid».
Aspettiamoci dunque di rivedere al più presto sullo schermo lo scanzonato cowboy che viene trascinato su strade polverose con il sottofondo dell’iconica colonna sonora cantata da Annibale Giannarelli, composta da Franco Micalizzi, e con il “fischio” del maestro Alessandro Alessandroni