Andrea e la scuola del futuro, «la gioventù aiuta a ridurre le distanze»

Albert Einstein affermava che “l’insegnamento deve essere tale da far percepire ciò che viene offerto come un dono prezioso, e non come un dovere imposto”. Secondo lo scienziato tedesco quindi la conoscenza, l’apprendimento e la cultura non sono obblighi o mere informazioni da imparare per forza ma un dono, prezioso appunto, importante per la vita ed il cammino professionale, ma soprattutto umano delle giovani generazioni. Un approccio diverso alla scuola dunque che può arrivare anche attraverso, le idee, la freschezza e l’esempio di un giovane professore come Andrea Di Meco. Andrea ha 25 anni ed è nato e cresciuto a Lanciano, ma dall’ottobre scorso insegna in Lombardia in un istituto professionale in provincia di Lecco. Senza dubbio considerato tra i professori più giovani d’Italia, ha iniziato a insegnare un mese prima di conseguire la laurea magistrale e sarà in carica almeno fino a giugno visto che sta sostituendo un collega in aspettativa.

Su Chiaro Quotidiano conosciamo più da vicino il giovane docente frentano iniziando l’intervista su cosa si provi da così giovane ad essere “dall’altro lato” della cattedra, «Innanzitutto una grandissima emozione: i ragazzi sono rimasti stupiti perchè non si aspettavano minimamente un docente così giovane. Per me, con questa supplenza, si realizza un sogno che avevo sin da piccolo». Un percorso quello di Andrea netto e ben delineato fin dalla scuola, «dopo aver conseguito il diploma, mi sono iscritto alla facoltà di Scienze e Tecnologie Alimentari laureandomi nel 2021, in piena pandemia. Successivamente, ho terminato il percorso universitario con una laurea magistrale in Scienze dell’Alimentazione conseguita come dicevo lo scorso anno» Quello di Di Meco è anche l’ennesimo ed attuale caso di chi che per trovare lavoro si è dovuto spostare verso il nord.

Gli chiediamo quindi come si spiega questa situazione ma anche su ciò, il nostro intervistato ha le idee molto chiare. «Ultimamente ho letto un articolo che spiegava come negli ultimi vent’ anni sia calato di mezzo milione il numero degli studenti nelle scuole del Meridione: a meno studenti corrisponde quindi un numero inferiore di classi e quindi di posti per insegnare. Ma è cresciuto – afferma Di Meco – invece il numero degli insegnanti provenienti dal Sud. Al contrario, nelle scuole del Nord sono aumentati di almeno 800mila unità alunni e studenti».

Lasciare amici, famiglia e la città in cui si cresce non è mai facile ed in ciò Andrea si dimostra un ragazzo come tanti suoi coetanei, «Non è mai facile lasciare la propria terra per trovare una posizione lavorativa migliore o inseguire i propri sogni. Ora però cerco di raccogliere un bagaglio di esperienze, che all’inizio è anche pieno di sacrifici ma che in futuro spero sarà ripagato». Ultimamente e troppo spesso la scuola è finita al centro di episodi di cronaca (bullismo, aggressione al personale docente). Sembra quasi che oggi non ci sia più il dovuto rispetto verso quello che resta un ente fondamentale per la formazione umana e professionale dei giovani. Una situazione delicata su cui Di Meco ha però un pensiero semplice ma concreto.

«Di solito siamo abituati a vedere in cattedra docenti di una certa età e forse proprio per questo spesso lontani dagli studenti. Tra docente e alunno spesso si crea un enorme divario, è difficile gestire tanti ragazzi, ognuno con il proprio livello di studio e/o attenzione. Per esperienza diretta, la vicinanza di età aiuta a capire meglio le loro problematiche: nel mio caso il rapporto si è basato da subito sul rispetto, sia da parte mia che da parte loro. Ci vuole quel giusto distacco, ma durante le lezioni chiedo spesso ai ragazzi come sta andando la scuola, se sono interessati alla disciplina e se apprezzano il mio metodo di insegnamento e ho sempre avuto riscontri positivi. Il rispetto dei ruoli deve esserci sempre ma forse la minor differenza di età può essere decisiva per rendere sempre più credibile e moderna la scuola ed i suoi insegnamenti».

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *