È stata scoperta nello stesso giorno della sua nascita la targa a “Bettino Craxi, Statista” a San Salvo. L’intitolazione dell’ormai fu via Sterparo è avvenuta alla presenza di numerosi sindaci abruzzesi e molisani, in fascia tricolore, che hanno risposto affermativamente all’invito di Osvaldo Menna, presidente del circolo Avanti! “Sandro Pertini”, promotore dell’iniziativa.
Per l’intitolazione della strada al leader socialista morto il 19 gennaio 2000 ad Hammamet, in Tunisia – dove era volato durante la stagione delle inchieste sulle tangenti che lo avevano coinvolto portandolo a due condanne definitive –, è arrivata la figlia Stefania Craxi, senatrice e presidente della commissione Affari esteri. Tra i sindaci presenti anche il lancianese Filippo Paolini, assenti gli esponenti del Comune di Vasto (che pure erano stati annunciati) e il presidente della Regione Marco Marsilio (dalla Regione, presente il consigliere Manuele Marcovecchio).
Dopo la benedizione di don Beniamino Di Renzo, l’iniziativa è proseguita alla Porta della Terra dove, dopo un breve filmato storico, si sono susseguiti gli interventi degli amministratori locali e della altre personalità presenti.
«Una giornata bellissima per la città – l’ha definita l’ex assessore comunale e consigliere provinciale Menna che ha ripercorso le tappe che hanno portato all’intitolazione – Tutto è iniziato con una lettera di Agostino Monteferrante all’allora sindaco Tiziana Magnacca»: una richiesta non causale, ma che si lega anche a quella firma che Craxi, da presidente del Consiglio, nel 1987, appose sull’inserimento di San Salvo tra i “100 Comuni della piccola grande Italia” che «hanno contribuito in maniera determinante alla crescita e al cambiamento del Paese». In chiusura di intervento, Menna ha rinnovato l’invito ai sindaci presenti a replicare l’iniziativa nei propri comuni.
Tra gli interventi, quello dell’ex deputato socialista Amedeo D’Addario che ha ricordato quella stagione politica e le innovazioni di Craxi: «È stato lui, ad esempio, a istituire il ministero dell’Ambiente. Credeva fermamente nella dignità della politica. Quello di oggi è un omaggio doveroso a un grande statista».
In chiusura, le parole di Stefania Craxi: «È l’omaggio a un uomo che attraverso vittorie esaltanti e dolorose sconfitte si è sempre dedicato alla politica. Quella classe politica ha permesso ai figli di nessuno di diventare padri di qualcuno. Aveva un valore non negoziabile: la libertà. Per questo diede appoggio a tutti coloro che lottavano per la libertà nei propri Paesi. Tutti trovavano un sostegno in Craxi, trovavano aperte quelle porte che invece erano chiuse da comunisti e altri rappresentanti europei. Era un uomo dell’Occidente, ma senza subalternità».
Poi, nell’intervento della senatrice un passaggio di stretta attualità: «Per Craxi la pace disarmata stava nel campo dell’idealismo, quella armata, guidata, era invece nel campo del realismo. Anche durante i suoi anni c’erano le marce della pace, poi si scoprì che erano finanziate dall’Unione Sovietica».
«Il tratto distintivo del suo agire – la chiusura – era il coraggio. La sua ossessione era che la storia venisse scritta bene soprattutto dopo la sua morte. In altri luoghi dove sono state intitolate strade a mio padre, mi è stato lanciato addosso di tutto. È incredibile quanto il tempo che passa toglie la nebbia dagli occhi e dalle menti, ma serve pazienza per arrivare a giorni come oggi».