I catalizzatori delle autovetture finiscono nel mirino dei ladri. La presenza all’interno di metalli rari, appetibili sui mercati – spesso clandestini – e la facilità con cui i ladri riescono ad agire, ne fanno oggetti di furti che, con sempre più frequenza, vengono messi a segno in ogni zona d’Italia. Tre notti fa è toccato all’auto di una 30enne vastese finire nel mirino dei ladri. La donna, mettendo in moto la sua Fiat Punto, si è resa conto dal rumore dello scarico che c’era qualcosa che non andava. La prima ipotesi, quella di un danno al tubo di scarico, ha lasciato spazio ad una constatazione ben più amara quando la vettura è stata sollevata sul ponte dell’autofficina dove era stata portata per la riparazione.
Dal tubo di scarico mancava infatti il catalizzatore. Due tagli netti, praticati con un flessibile o con un tagliatubi a catena, per portare via il pezzo da piazzare poi in qualche circuito di vendita parallela, dove ogni pezzo può arrivare a valere anche centinaia di euro, a seconda delle quantità di elementi per ridurre le emissioni che vi sono contenuti.. Secondo la ricostruzione della donna il furto è stato messo a segno la notte di giovedì, quando la vettura era parcheggiata in una zona molto trafficata. Nessuno, però, si è reso conto che qualcuno si era infilato sotto la vettura per compiere l’operazione di taglio.
Furti simili sono stati registrati nelle ultime settimane in diverse città, come riportano, le cronache di Bologna, Caserta, Milano o Terni. Ma, dalle informazioni dei portali di informazione, il fenomeno dei furti di catalizzatori non conosce tregua in ogni parte d’Italia ormai da diverso tempo.