È duro il giudizio dei consiglieri comunali di centrodestra Vincenzo Suriani, Francesco Prospero e Guido Giangiacomo (Fratelli d’Italia), Giuseppe Soria (Lega) e Antonio Monteodorisio (Forza Italia), sul Piano di riequilibrio finanziario del Comune di Vasto. Ieri il sindaco Francesco Menna aveva annunciato la validazione da parte della Corte dei Conti del piano pluriennale con cui, fino al 2036, verranno coperti i circa 19 milioni di euro di disavanzo.
Ma i cinque consiglieri di opposizione hanno un parere differente rispetto alla soddisfazione espressa dal primo cittadino. «Leggendo il documento della Corte dei Conti, ci stupiamo delle affermazioni trionfalistiche del Sindaco Menna, e ci viene il dubbio che Menna – pur presente all’udienza dello scorso 15 febbraio a L’Aquila – non abbia capito la sentenza della Corte dei Conti, o meglio che abbia fatto finta di non capirla».
I consiglieri di opposizione sottolineano che «la Corte dei Conti ha ripercorso con dovizia di particolari tutta la serie di spese superflue e svarioni contabili commessi dalle amministrazioni di centrosinistra dal 2015 in poi, e in particolare modo nel periodo 2019-2020, per il quale il Sindaco e la sua maggioranza dovrebbero chiedere scusa alla cittadinanza. A seguire la Corte ha approvato – con prescrizioni- il piano di riequilibrio del Comune di Vasto».
Vengono ricordate le prescrizioni a cui è soggetto il piano. «In primis quella di ridurre al minimo tutte le spese non necessarie e obbligatorie a cui dovrà far fronte il Comune da oggi fino al 2036. Poi la Corte ha raccomandato di acclarare l’effettivo utilizzo dei fondi Covid 2020-2021 che giacciono da qualche parte nei meandri del nostro bilancio. Infine i magistrati contabili hanno prescritto tassativamente al Comune di applicare il piano di riequilibrio lacrime e sangue varato dal centrosinistra, senza il nostro voto, a giugno 2022. Piano che – è giusto ricordarlo – prevede l’aumento di tutti i servizi a domanda individuale da parte dei cittadini, dalle mense scolastiche ai servizi sportivi, la dismissione del patrimonio pubblico per una cifra non inferiore ai 500.000 euro l’anno, e un aumento di 1 milione di euro l’anno, fino al 2036, delle riscossioni di imposta».
In un altro passaggio del documento, ricordano i consiglieri, i magistrati della Corte dei Conti scrivono che «L’effettiva e integrale implementazione delle misure programmate sarà costantemente monitorata dalla Sezione (della Corte dei Conti), ben potendo eventuali ritardi o una minore incisività delle misure supportare l’accertamento di una grave irregolarità a cui la legge fa conseguire l’effetto cautelare del cosiddetto “blocco della spesa” ai sensi dell’articolo 148-bis, comma 3, del TUEL».
Quello che emerge, secondo i cinque consiglieri è «un documento pieno di censure, critiche e avvertimenti che certifica soltanto che se il piano Menna non verrà applicato, alla lettera, si potranno verificare le più gravi conseguenze legali e contabili per l’ente. Lontani dai toni trionfalistici del Sindaco e dei suoi sodali, resta in noi la preoccupazione per un futuro, ormai certificato, caratterizzato da più tasse e meno servizi: la Corte infatti sentenzia esattamente questo, che la nostra situazione debitoria è grave e pesante e che solo con le misure elefantiache di austerity previste dalla sinistra per i prossimi 15 anni l’ente comunale potrà salvarsi dalle procedure di dissesto, espressamente citate nel deliberato. Invece di esultare, Menna e la sua maggioranza farebbero bene a chiedere scusa ai vastesi e a mettersi le mani nei capelli per i debiti e i sacrifici che hanno imposto ai cittadini e agli amministratori comunali che verranno, da oggi al 2036. Loro non lo faranno. Saranno le future generazioni a pagare questo conto salato che rappresenta l’unica, reale, e sicura eredità di questa amministrazione capricciosa e spendacciona».