Non rivelò alcun segreto investigativo. Lo ha stabilito la Corte d’appello dell’Aquila, che ha assolto il maresciallo Giuseppe Mancino dopo una vicenda giudiziaria durata tre anni e quattro mesi. Il militare, che era in servizio alla Stazione di San Salvo, era accusato di rivelazione del segreto d’ufficio e accesso abusivo al sistema informatico in relazione, inizialmente, a sette episodi. Da quattro di questi era stato già prosciolto in primo grado dal Tribunale di Vasto. Il secondo grado di giudizio ha fatto cadere anche le accuse relative agli altri tre episodi.
I fatti risalgono all’ottobre 2019. Il sottufficiale aveva attinto elementi dallo Sdi (sistema d’indagine, la banca dati digitale delle forze dell’ordine) semplicemente per eseguire delle indagini su una truffa che aveva ad oggetto un caravan e un reato di stalking denunciato dal genitore di una minorenne.
I giudici del capoluogo hanno accertato l’insussistenza delle accuse nei confronti del militare e lo hanno assolto con formula piena.
«Questa sentenza – commenta l’avvocato Cieri – pone fine a una pagina tristissima della vita del maresciallo Mancino. Un militare fedele allo Stato che nella sua carriera ha sempre lavorato per la legalità indagando su reati gravi e contribuendo a scoprire la rete del narcotraffico a San Salvo».
Dal 2019 è sospeso dal lavoro. Ora potrà tornare in servizio.