Il ricorso “urgente” dei sei ribelli del Partito Democratico della provincia di Chieti è durato 24 ore. È stato infatti raggiunto un accordo tra le parti e i ricorrenti hanno deciso di ritirare il documento presentato ieri ai vari organi di garanzia del partito. L’accordo riguarda la composizione della commissioni che dovranno vigilare sulle adesioni al partito.
LA PRECEDENTE NOTIZIA – Chiedono di «dichiarare nulla l’anagrafe iscritti 2021 e dei nuovi iscritti 2022 del Partito Democratico della provincia di Chieti e sospendere la convocazione dei congressi di circolo fino alla regolarizzazione del tesseramento». Si fa tortuosa in provincia di Chieti la strada verso i congressi per l’elezione del prossimo segretario del Pd.
Gli esponenti del partito Cristina Rapino, Andrea Catena, Ernesto Graziani, Simone Dal Pozzo, Fabio Giangiacomo e Tommaso Sarchese hanno presentato ieri un ricorso urgente ai presidenti delle commissioni congressuali provinciali (Rosetta Madonna), regionali (Daniele Marinelli) e nazionali (Silvia Roggiani) e di garanzia (Carlo Benedetti per quella regionale, Gianni Risi per il provinciale) denunciando anomalie nell’iter precongressuale. Inizialmente il documento era firmato anche da altri due iscritti che, però, successivamente, hanno chiesto la rimozione delle rispettive sottoscrizioni perché non avevano dato l’assenso al ricorso.
Secondo il regolamento nazionale che norma il tesseramento, ogni federazione deve dotarsi di un “Ufficio adesioni” che, nominato dal relativo organismo di garanzia territoriale, ogni mese redige l’anagrafe degli iscritti (art. 8). Pari discorso vale per i singoli circoli che dovrebbero predisporre «un calendario di attività per promuovere l’iscrizione al partito – si legge all’art. 9 – assicurando adeguata e preventiva pubblicità. Presso ogni circolo è costituito un ufficio Adesioni nominato dal direttivo del circolo e rappresentativo del pluralismo interno, che affianca il segretario del circolo per queste funzioni».
Per i ricorrenti, i due articoli del regolamento non sono stati rispettati in provincia di Chieti perché la commissione di garanzia non si sarebbe mai riunita per eleggere l’ufficio Adesioni nonostante le sollecitazioni degli organi regionali. Inoltre, risulterebbe che «nella quasi totalità dei circoli della provincia di Chieti – scrivono i ricorrenti – non siano mai stati eletti gli uffici adesioni dei circoli, tranne in alcuni ove sono stati eletti tardivamente a ridosso della scadenza del 31 gennaio fissata dal regolamento congressuale nazionale per le nuove iscrizioni».
Per questo si chiede agli organi di partito di verificare quanto denunciato per procedere poi all’elezione dell’ufficio Adesioni garantendo le varie posizioni politiche che dovrà verificare la regolarità del tesseramento. Fino ad allora, la lista degli iscritti è da dichiarare nulla con conseguente rinvio dei congressi.