«Come una tela che si disfa»: Nicodemo Gentile racconta l’esercito degli scomparsi

Cosa c’entra Penelope con la purtroppo attuale cronaca delle persone scomparse ? Molto più di quello che sembra all’apparenza perche l’eroina omerica, che nella piccola Itaca attendeva con ostinazione attendeva il ritorno del marito Ulisse (apparentemente disperso dopo la guerra di Troia) aveva ideato un intelligente stratagemma per temporeggiare e non essere obbligata a sposare uno dei Proci che aveva occupato la sua isola. Subordinato alla scelta del pretendente era legata infatti l’ultimazione di quello che avrebbe dovuto essere il lenzuolo funebre del suocero Laerte: ma per impedire che ciò accadesse, la notte disfaceva la tela che aveva tessuto durante il giorno. Di esistenze sfaldate e sciolte come i fili di un telo si è parlato ieri sera, martedì 31 gennaio, nell’incontro organizzato nella sala “B.Lanci”, con l’avvocato Nicodemo Gentile, professionista con esperienza in diversi settori del diritto e volto noto della tv che ha presentato il suo libro “Nella terra del niente. Storie di scomparse, storie di famiglie“, edito da Faust edizioni. Insieme a lui erano presenti Angela Evangelista, dirigente scolastica del liceo classico “V. Emanuele”, Cristiana Antonelli, presidente dell’associazione Uomo Patrimonio da Salvare e Alessia Natali dell’associazione Penelope Abruzzo.

Nell’incontro moderato dalla giornalista Francesca Piccioli, si cercate di dare voce agli scomparsi e alle loro famiglie, attraverso la valorizzazione del lato umano con cui approcciare questi delicati fatti di attualità. « Il tema della scomparsa – ha affermato la Natali – riguarda tutti: dal 1974 ad oggi sono scomparse in Italia ben settantacinquemila persone di cui molte mai più ritrovate un fatto questo che purtroppo può capitare a chiunque. La nostra associazione è nata vent’anni fa grazie a Gildo Claps, fratello di Elisa (sparita nel 1993 e ritrovata morta nel 2010 nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinità di Potenza) e sotto la spinta di altre persone, famigliari e amici che come lui non hanno mai smesso di cercare i propri cari. Dal 1974 ad oggi – ha sottolineato ancora la Natali solo in Abruzzo sono state seicento, e di tutte le fasce di età, le persone scomparse. Quello dello scomparsa è un lutto cronico difficile da metabolizzare ed a queste persone e famiglie Penelope offre supporto legale e psicologico e un sostegno materiale per la ricerca sul campo, facendo anche da tramite con le istituzioni. Con la legge 203 del 2012 è stato fatto un passi avanti perchè adesso chiunque può denunciare una scomparsa, e noi per la prima volta lo abbiamo fatto lo scorso anno nella questura a Lanciano, con un caso, purtroppo ancora aperto».

«Incontrando questa mattina i ragazzi della scuole – ha affermato Nicodemo Gentile – ho avuto un’occasione di arricchimento ed uno scambio positivo di voglia di pulito e bello. Dobbiamo portare avanti il valore del bene e dimostrare che nelle vicende di quello che è un vero “esercito di scomparsi” c’è l’uomo e non la toga. Io non sono uno scrittore, leggo per difendermi e scrivo per sfogarmi ma in questo libro sono voluto andare oltre quello che si vede all’apparenza. Ho cercato – ha sottolineato ancora l’avvocato davanti ad una sala gremita – di fare una scissione tra uomo e e avvocato, dando spazio alla sensibilità del primo. La vicenda della scomparsa crea, non solo nelle famiglie e negli amici un vero tormento umano, con la sensibilizzazione, la legislazione ed il lavoro delle forze armate tanto è stato fatto ma molto resta ancora da fare. La cosa, – ha confidato l’ospite – che più mi colpisce lavorando di persona a queste storie, è vedere come nelle case degli scomparsi si viva “in una situazione congelata e senza tempo”. L’ingresso delle loro abitazioni non è mai serrato in attesa di una notizia, che possa far superare il tunnel del non sapere. Le vite di chi resta e cerca è simile ad un orologio fermo sull’ultimo ricordo, come quello della stazione di Bologna dopo il celebre attentato del 1980: libri, indumenti, sigarette, oggetti restano dove gli scomparsi li avevano lasciati in un mondo che da distante diventa vicino, ci sfiora e ci attraversa». Particolare inoltre è stato l’intervento della giornalista frentana Clara Labrozzi che attraverso il punto di vista dei media e della stampa ha ricordato i casi di alcune persone abruzzesi sparite come ad esempio quelle recente di Jois Pedone a Vasto.

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