Per aggirare la frana di Lago Dragoni si potrebbe ricorrere a un ponte. È una delle principali novità emerse durante la conferenza stampa di ieri sullo stato di avanzamento della Via Verde. Il tratto di Torino di Sangro, com’è noto, è interrotto da una frana causata dall’erosione marina che ha interessato centinaia di metri.
Gli uffici tecnici della Regione hanno avanzato questa soluzione tra quelle attuabili. Per il presidente della Provincia di Chieti, ente proprietario dell’opera, Francesco Menna, per ora resta solo un’ipotesi: «Tra gli interventi proposti c’è un ponte, ma tale soluzione deve però trovare riscontro con le risorse a disposizione ed essere compatibile con eventuali i vincoli ambientali».
Il tratto di Torino di Sangro è uno dei più critici ai fini del completamento della grande infrastruttura viaria e turistica. La frana che ha coinvolto l’ex tracciato ferroviario è stata oggetto di diversi sopralluoghi da parte della Regione, ma finora gli interventi non sono mai iniziati.
E Lago Dragoni non è l’unico grattacapo per Provincia e Regione, per il completamento della lunga pista ciclabile mancano anche i tratti di Casalbordino e Punta Penna. Per entrambi si pensa a una variante che correrebbe parallelamente alla Statale 16; nel caso di Punta Penna questo eviterà il passaggio tra le fabbriche della zona industriale vastese (leggi).
La conferenza stampa di ieri è stata l’occasione per citare nuovamente i noti percorsi ad anello verso l’entroterra. Ad oggi però di vie ciclabili che conducono verso i comuni interni c’è ben poco. L’unica pista cosiddetta a pettine esistente quella di San Salvo che dalla marina sale in città, ma anche questa è incompleta ed è in attesa di due interventi: il sovrappasso per scavalcare l’attraversamento pericoloso della Statale 16 (e la sistemazione del tratto del cavalcavia sull’A14 in via Grasceta (leggi).
L’obiettivo realizzabile nel medio termine per ora resta il progetto riguardante la segnaletica e l’accoglienza.