Li chiama «alberi assassini». E si prepara a far eliminare i pini dalle strade di Vasto. «Ravviso che vadano tutti sostituiti con piantumazioni compatibili con il contesto urbano», afferma il sindaco, Francesco Menna, dopo la caduta di un albero (di acacia) su un’auto in transito sull’Istonia, la strada provinciale che collega la città alta a Vasto Marina.
«Per circostanze fortuite – sottolinea il primo cittadino – si sono verificati solo danni materiali ad una autovettura e, miracolosamente, non danni a persone. Ribadisco, come fatto in tante circostanze e comunicazioni, la necessità di sostituire alberi notoriamente pericolosi, come i pini detti appunto “alberi assassini” , con alberi compatibili con il centro abitato e la viabilità ordinaria».
Cita la sentenza e i sette rinvii a giudizio nell’inchiesta sulla morte di Elena Aubry, che a Roma ha perso la vita a causa di una strada dissestata [LEGGI] e, di fatto, annuncia i prossimi provvedimenti: «Penso alla situazione di pericolo con i pini lungo corso Garibaldi, via Ciccarone, via Mario Molino, pinetina di Vasto Marina, eccetera».
Menna rivolge più di una stoccata agli ambientalisti che si oppongono agli abbattimenti quando afferma che «non si può pensare di essere prigionieri delle proteste di chi parla di sistemi di intervento cosi costosi e impattanti per non abbattere l’albero che neanche per la stabilità della Torre Eiffel potrebbero essere presi in considerazione. Inutile dire, per non incorrere nelle solite strumentalizzazioni, che la mia posizione non significa avere avversione per l’albero, ma è una questione di sicurezza e giusta piantumazione» per «non far soffrire gli alberi incompatibili con aree urbane e non scatenare tragedie. Giova tra l’altro ricordare che come giunta municipale abbiamo sottoscritto la piantumazione di oltre 1000 alberi in questo mandato e ne abbiamo piantumati circa 170 negli ultimi tre anni».
Considera una sorta di segnale divino quanto accaduto oggi sull’Istonia definendolo «un gentile avvertimento del buon Dio e, alla luce di quanto sopra detto, torno a chiedere alle associazioni e ai difensori irriducibili del “pino dispettoso” una riflessione equilibrata e una posizione che contemperi le esigenze di tutti».
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