Dopo il grande successo delle Finals del futsal abruzzese al Pala Roma di Montesilvano, gli arbitri a disposizione del Comitato Regionale si sono ritrovati a Pescara per il raduno di metà stagione. Alle 9 di domenica 15 gennaio i giovani fischietti hanno effettuato i classici test atletici, dimostrando grande preparazione ed impegno dal punto di vista atletico, confermato poi anche sotto quello tecnico con l’ottimo risultato nei quiz regolamentari.
Sono intervenuti all’incontro numerosi dirigenti del Comitato Regionale degli Arbitri che hanno approfondito tematiche regolamentari per favorire dibattito e discussione tra i presenti, analizzando episodi delle partite della prima metà del campionato da poco conclusasi. A guidare i lavori è stata la responsabile degli arbitri del Calcio a 5 Abruzzese, Manuela Di Fabbi che ha incoraggiato i direttori di gara a tenere alta la tensione nella seconda parte del campionato, continuando a dimostrare calma e freddezza nella gestione di ogni situazione, anche la più difficile.
Come sempre presenti a questi appuntamenti anche gli arbitri della Sezione Aia di Vasto che hanno da poco gioito per il recente esordio di Serena De Michele, nella Serie B nazionale del Calcio a 5, motivo questo di grande soddisfazione personale. Serena, raccontando le sue emozioni ai colleghi, si è detta felice di aver raggiunto in poco tempo un grande risultato, ha colto poi l’occasione per ringraziare il Comitato Regionale e la Sezione di Vasto della fiducia. A lei, poi, abbiamo fatto alcune domande per conoscerla meglio e capire quali sono i passi per raggiungere questi importanti obiettivi.
Com’è stato arbitrare una partita di Calcio a 5 a livello nazionale?
Arbitrare una gara di Can 5 è stato sicuramente un insieme di emozioni, ma soprattutto l’occasione per imparare. Una grande opportunità per capire quali sono le differenze con le categorie regionali e quali le difficoltà.
Sei contenta di questo risultato raggiunto?
Sono molto soddisfatta di aver raggiunto questo piccolo traguardo ma allo stesso tempo consapevole che può e deve essere, per me, solo un ulteriore sprono a raggiungere i miei colleghi che fanno già parte dell’organico nazionale.
Cosa vuol dire per te essere arbitro donna?
Non mi sento arbitro donna ma solamente arbitro. Ma se volessimo parlare di arbitri donne nella nostra associazione dovremmo farlo soli in termini di valore aggiunto, mai come alibi o con carattere discriminante.
Aurelio Marinelli