Il Tar di Pescara ha accolto il ricorso presentato dalla Escal srl contro il parere negativo della Valutazione d’incidenza ambientale riguardante lo stabilimento che la società vorrebbe aprire a Punta Penna.
La sentenza del Tar ritiene fondato il ricorso nella censura dell’operato del commissario ad acta, Maurizio Formichetti (nominato dall’allora prefetto di Chieti Armando Forgione) che si era uniformato al parere negativo del Comitato di Gestione della Riserva «senza consentire le partecipazione della società istante onde consentire, ove possibile, l’individuazione di una soluzione idonea a contemperare le criticità evidenziate dal parere e la possibilità di verificare, in un’ottica di leale collaborazione con l’amministrazione, la percorribilità di una soluzione tramite adozione di misure di mitigazione atte a superare le ragioni ostative rappresentante» spiegano i legali dell’azienda Giacomo Cerullo, Andrea Nervi ed Edoardo Paolini.
La vicenda della fabbrica di cemento a freddo risale a diversi anni fa e nel 2018 diede vita anche a una manifestazione di protesta di associazioni e comitati ambientalisti.
Dopo aver appreso la notizia, il sindaco di Vasto Francesco Menna torna a ribadire le ragioni della contrarietà all’insediamento e annuncia una probabile impugnativa della sentenza: «Abbiamo chiesto ai legali del Comune di studiare il fascicolo ed eventualmente fare ricorso. Stiamo valutano l’impugnativa di questa decisione insieme alle associazioni ambientaliste. È un’azienda che tranquillamente poteva aprire nel nostro territorio ma non dentro la riserva. È un’azienda che poteva aprire nella zona industriale alle spalle della riserva, a San Salvo o in una delle aree interne. Aprire un’azienda che tratta il cemento dentro la riserva sembra quasi una sfida. Per la delicatezza del sito valuteremo di opporci, benvenga l’apertura in siti compatibili lontani dalla riserva».
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