25 anni senza Nicola Bellafronte: dal Comune al concerto di Vasco, una vita vissuta intensamente

Sorriso e garbo non erano solo esteriori. Era gentilezza d’animo, quella di Nicola Bellafronte. Sono passati 25 anni dall’improvvisa scomparsa del dirigente della Democrazia cristiana prima e del Partito popolare poi. È trascorso un quarto di secolo da quel 30 dicembre 1997. Assicuratore di professione, aveva due passioni: la politica e la musica.

Consigliere comunale dal 1983 all’87, quando sindaco era Antonio Prospero, fu tra i promotori di due concerti rimasti alla storia degli eventi musicali in città: insieme ad Angelo Bucciarelli, Paolo Marino e Michele Del Borrello, riuscì a portare a Vasto nel 1982 Franco Battiato, reduce dallo straordinario successo dell’album “La voce del padrone”, e l’anno successivo, sempre con Bucciarelli, fece il colpaccio: portò Vasco Rossi, che con “Vita spericolata” era arrivato ultimo al Festival di Sanremo, ma si era già avviato a diventare il rocker più amato in Italia. In entrambi i casi lo stadio Aragona era stracolmo all’inverosimile.

Nicola Bellafronte

«Ci riprovammo nel 1987, ma il prato era stato appena rifatto e, prima dell’evento, fioccarono le denunce per i presunti danni che avrebbe subito il campo di gioco. La procura aprì un’indagine. Perciò decidemmo di spostare il concerto a Termoli, dove ebbe successo, ma a Vasto sarebbe andato ancora meglio», racconta Bucciarelli, anche lui consigliere comunale democristiano nel quadriennio ’83-’87. «Col concerto di Battiato riuscimmo a guadagnare 80 milioni di lire. Il giorno dopo andammo a una concessionaria a comprarci la macchina nuova: Nicola la Fiat Tipo e io la Renault 4».

L’altra passione era la politica: «Un amico di lotte per la crescita del Partito popolare italiano, che contribuimmo a fondare a livello locale. Nel 1994 la Dc si era sciolta dopo i fatti di Tangentopoli. Eravamo rimasti in pochi ad aderire al Ppi. Per tenere accesa la fiammella della speranza, mi candidai alle elezioni regionali del 1995, vinte da Antonio Falconio e dal centrosinistra. Il nostro riferimento nazionale era Franco Marini. Ricordo che in quella campagna elettorale venne a sostenerci. In un comizio a Castiglione Messer Marino davanti al palco c’erano 150 sedie e una sola persona. Marini, con grande serietà, tenne ugualmente il suo discorso per quell’unico spettatore».

Bellafronte a un comizio di De Mita. Il primo da destra è Marini, il secondo Falconio

«Idee innovative» – Negli anni Ottanta e fino al 1993 il sindaco era Antonio Prospero. Stesso partito, ma correnti interne differenti: «Come consigliere comunale – racconta – Nicola faceva parte della corrente notariana (di cui era leader l’ex sindaco Nicola Notaro, n.d.r.). Era una persona intelligente, gli piaceva fare politica vera e aveva idee innovative che si potevano portare avanti. Inoltre, sui provvedimenti da votare in Consiglio comunale era rispettoso delle regole del partito. Ci credeva e si impegnava».

Bellafronte con Prospero (in basso, secondo da destra) e alcuni assessori e consiglieri degli anni Ottanta

«Ha seminato bene» – «Provo emozione e commozione in questo anniversario», dice il giornalista e consigliere comunale Giuseppe Forte. «Sono stato suo testimone di battesimo. Nicola è stato un grande giovane, che aveva davanti a sé una prateria e, invece, ha avuto un destino crudele. Un ragazzo di un dinamismo unico, impegnato in Azione cattolica, Democrazia cristiana e consigliere comunale. Era nel fulgore della vita». Ma quello che ha fatto non è andato perso: «Ha seminato bene, noi altri giovani di allora abbiamo proseguito su quella strada e dato molto alla politica».

Bellafronte con Bucciarelli

«Amici fraterni» – «Era – ricorda Bucciarelli – direttore generale di Ina Assitalia a Pesaro. In quel 30 dicembre del 1997 stava tornando a Vasto. Sull’A14, poco prima del casello di Roseto, la sua auto uscì fuori strada. Venni a sapere dell’incidente perché mi chiamò il giornalista Nicola Del Prete chiedendomi: “Quanti Nicola Bellafronte ci sono a Vasto?”. Risposi che ce n’erano due. Telefonai a Nicola, ma il suo cellulare era staccato. Allora capii che gli era successo qualcosa. Aveva 39 anni. Per me è stato un amico fraterno, un secondo fratello».

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