Intitolate a Carabba, Valentini e Gentile due aulee del tribunale

Un modo per rendere onore e lustro a tre grandi personalità del foro frentano: questa mattina, venerdì 23 dicembre due aulee del tribunale di Lanciano sono state dedicate, una a Giuseppe Valentini e Giuseppe Carabba ed una seconda all’avvocatessa Miranda Gentile. Alla cerimonia oltre ai familiari, agli amici e ai colleghi ha partecipato l’avvocato, nonchè sindaco di Lanciano Filippo Paolini che ha preso la parola riportando alla memoria ricordi e aneddoti che lo legano a queste grandi personalità. «Oggi è una giornata molto importante per ricordare e rendere un doveroso omaggio a due uomini ed a una donna straordinaria che hanno dato lustro all’avvocatura e magistratura lancianese. Intestare – queste aulee- ha continuato ancora Paolini rappresenta poi un gesto di grande positività ed ottimismo in vista di un nuovo e possibile futuro per questo fondamentale presidio di legalità. Dopo l’incontro di tre giorni a Roma con il ministro Nordio ci sono nuovi spiragli e possibilità che non dobbiamo sottovalutare».

«Di Giuseppe Valentini – ha sottolineato il sindaco – ricordo la splendida amicizia, la grande competenza ed anche uno spessore umano grandissimo: del presidente Giuseppe Carabba ho invece memoria di una grande simpatia e capacità di sdrammatizzare anche in momenti ufficiali: all’apparenza poteva sembrare freddo e distaccato ma nell’intimo era una persona dai grandi valori e dotata di enorme saggezza». Di Miranda Gentile prima donna al Consiglio Nazionale Forense e avvocato di assoluto livello, iscritta all’ordine nei primi del ‘900 quando sotto il regime fascista la donna era solo considerata moglie, madre e casalinga, Paolini ha raccontato un particolare davvero speciale: «diversi anni fa quando la sua salute non era piùà buona e io ero da poco diventato sindaco, mi chiamò nel suo studio e mi fece dono di tutte le sue cinquecentine che sono tutt’oggi archiviate e consegnate in comune: lei – ha concluso Paolini – e la sorella Marisini, grande letterata ed italianista, sono state grandi donne che non hanno avuto bisogno delle “quote rosa” per emergere e dimostrare il loro valore».

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