Il fatto non sussiste. Con formula piena il Tribunale monocratico di Vasto ha assolto L.C., 37 anni, accusato di furto aggravato di autovettura e rapina. Assolto anche, per la particolare tenuità del fatto, dalle accuse di percosse e minacce.
La vicenda era nata da un litigio con una donna molisana che l’imputato frequentava da alcuni mesi. Il diverbio era scoppiato in un bed and breakfast nella notte di Capodanno 2020. Le urla disturbavano gli altri clienti, perciò i gestori della struttura ricettiva avevano invitato la coppia ad andarsene. Alla fine, la donna aveva rifiutato di salire in macchina con il partner ed era rimasta nel b&b. Due giorni dopo, l’auto dell’uomo era stata sequestrata dalla polizia per fatti che il Tribunale di Larino sta accertando in un processo in cui il figlio della donna è imputato di aver causato al 37enne lesioni aggravate con un coltello.
Il 3 gennaio 2020 la donna aveva querelato L.C. per furto aggravato dell’auto, minacce e percosse. Interrogata per raccogliere sommarie informazioni, alla polizia giudiziaria aveva riferito di altri episodi per i quali la procura di Vasto era arrivata a configurare l’ipotesi di reato di rapina perché alla querelante era stato sottratto il cellulare.
La sentenza – Il processo si è concluso ieri, 14 dicembre. La pubblica accusa ha chiesto la condanna a sei anni e nove mesi di reclusione, la difesa l’assoluzione dell’imputato. Al termine della camera di consiglio, la giudice del Tribunale di Vasto, Stefania Izzi, ha accolto le tesi difensive pronunciando una sentenza di proscioglimento da tutte e quattro le accuse.
«Il giudice ha accolto le nostre richieste assolutorie per i reati più gravi», commenta l’avvocato Francesco Bitritto, difensore del 37enne. «Siamo soddisfatti, ma ci riserviamo di fare appello sulla tenuità del fatto, una volta lette le motivazioni».
