Per la terza volta nel giro di pochi anni, le elezioni per il rinnovo del consiglio dei delegati del Consorzio di Bonifica sud sono state prima indette e dopo rinviate dal Consiglio regionale d’Abruzzo su esplicita richiesta delle associazioni di categoria.
«La situazione è davvero ai limiti della realtà. – dicono gli esponenti di SàFà, comitato civico bonifica sud a tutela dell’acqua – I consorziati del territorio vivono da anni i disagi gestionali di un ente oramai non più in grado di svolgere in maniera efficiente e sostenibile i servizi per i quali era stato fondato: fornire acqua di irrigazione per il comparto agricolo. Le enormi carenze infrastrutturali dell’ente, la mancata manutenzione delle linee, l’incapacità degli ultimi decenni di programmazione e progettazione, hanno arrecato danni enormi e difficilmente recuperabili ad un settore già fortemente in difficoltà. Oggi investire in agricoltura in provincia di Chieti è molto più difficoltoso rispetto ad altre zone di Italia, -spiegano dal comitato – proprio per le condizioni pessime in cui versano le infrastrutture del Consorzio e per la mancata sicurezza di avere sempre acqua a disposizione per le proprie colture».
Dinanzi agli evidenti effetti dei cambiamenti climatici, che comportano necessità di acqua anche nei mesi autunnali e per colture che fino a qualche tempo fa potevano essere coltivate anche in asciutto, il comitato civico SàFà, di cui è presidente Donatello D’Alonzo, titolare dell’azienda “La tavola dei briganti”, produttrice di peperone dolce di Altino, auspica che politica regionale e associazioni di categoria «si sveglino dal torpore in cui sembrano esser precipitati e si rimbocchino le maniche per risolvere questa difficile situazione». Nell’anno in corso i consorziati hanno subìto aumenti dei canoni di oltre il 30%, giustificati dal rincaro del costo dell’energia e molto probabilmente anche nel 2023 verranno nuovamente ritoccate le tariffe con altri aumenti.
«D’altronde il nostro Consorzio – dicono dal comitato civico – forse è uno dei pochi in Italia ad avere come unica e sola entrata per il proprio sostentamento il canone dei contribuenti. Non un investimento fatto per autoprodursi parte dell’energia utilizzata per rifornire le linee irrigue, non un investimento fatto per cercare di efficientare intere zone in cui i terreni sono ancora riforniti con infrastrutture costosissime (in termini di energia utilizzata) obsolete e fatiscenti quali le canalette costruite negli anni 60 con misto di cemento ed amianto».
In questo periodo, inoltre, la Regione Abruzzo si sta apprestando a scrivere il bando per il rinnovo della concessione delle grandi acque di derivazione del lago di Bomba e Sant’Angelo. «Ebbene, – prosegue la nota – in una situazione così complicata e difficile davvero non riusciamo a comprendere le reali ragioni che hanno portato le associazioni di categoria a chiedere nuovamente il rinvio delle elezioni. Vorremmo chiedere loro quali vantaggi abbia apportato agli agricoltori questo lungo periodo di commissariamento tanto da chiedere un altro anno di proroga. Non ci risultano miglioramenti nei buchi di bilancio dell’ente, non ci risultano investimenti e manutenzioni ordinarie sulle linee di fornitura idrica, non ci risulta ad oggi nessuna intercettazione da parte del nostro Consorzio di fondi del PNNR destinati all’efficientamento degli impianti irrigui (difficile intercettare fondi se non si presentano progetti). Risultano a bilancio dell’ente soltanto le circa 15mila euro di spese già effettuate con determina del direttore generale n. 96 del 10-06-2022 per indire le elezioni del 27 novembre».
Gli agricoltori desiderano un servizio irriguo degno degli investimenti e del duro lavoro che effettuano tutti i giorni ed esigono soprattutto il desiderio di tornare a libere e democratiche votazioni del Consiglio dei delegati per affidare nuovamente la gestione dell’ente a persone elette dai consorziati stessi. «Come comitato civico – concludono – accogliamo inoltre favorevolmente l’interessamento di alcuni consiglieri regionali per lo sperpero di risorse pubbliche utilizzate per l’organizzazione delle elezioni purtroppo rinviate, ma non possiamo contemporaneamente non ricordare che alcuni di quei consiglieri sedevano nei banchi del governo regionale anche quando nel novembre 2018 ci fu il primo rinvio. Per questo chiediamo alla politica regionale tutta meno strumentalizzazioni e titoli ad effetto e più atti concreti per risolvere i problemi».