È stato un viaggio nella storia moderna, con chi quella storia l’ha raccontato sul campo, l’incontro con Toni Capuozzo. L’associazione Mari e Deserti di Casalbordino ha organizzato l’incontro con il giornalista e scrittore friulano perché «lo scopo della nostra associazione è creare ponti e abbattere gli stereotipi», come ha spiegato la presidente Lucia Valori nell’introdurre l’ospite all’auditorim Tito Molisani. Il sindaco Filippo Marinucci e l’assessore alla cultura Carla Zinni hanno trasmesso la loro emozione – e quella di tutti i presenti – nell’incontrare Capuozzo «che ha sempre portato il suo lavoro con un profondo senso di libertà e giustizia. Siamo grati a Lucia e Raffaella Valori e a tutta l’associazione per questo incontro». La presidente Valori ha poi ricordato che «Capuozzo si è sempre distinto per l’aspetto umano della notizia. Ha raccontato, nei diversi scenari di guerra, ciò che accadeva alle persone. I racconti di vita hanno avuto la forza di spiegare le guerre meglio di tante analisi geopolitiche».
Toccante la proiezione del documentario 1992-2022 Ritorno all’inferno, che raccontato il viaggio fatto da Toni Capuozzo a Sarajevo, trent’anni dopo il conflitto nella ex Jugoslavia, tornando sui luoghi segnati dalla guerra. Lui e il suo cameramen di allora, Igor Vucic, hanno ripercorso le strade da loro mostrate al mondo a quel tempo, riportando sullo schermo le drammatiche vicende di morte del conflitto balcanico. Poi, Capuozzo ha dialogato con i giornalisti Benito Mascitti e Alessio Di Florio, parlando della sua attività di reporter di guerra e portando un punto di vista privilegiato sul racconto degli attuali conflitti. Un passaggio rilevante è anche sull’essere pacifista. «Io lo sono diventato perché ho visto cosa produce la guerra. È come quando metti un dito sul fuoco, se ti scotti poi non lo fai più».
