Le trivelle torneranno a perforare il fondale dell’Adriatico. Lo ha deciso il Consiglio dei ministri, che ieri ha dato il via libera all’estrazione di gas dal mare. Il governo Meloni ha così deciso di inserire un emendamento nel decreto Aiuti per eliminare il limite delle 12 miglia dalla costa e consentire nuove concessioni per attività estrattive a partire dalle nove miglia. Il tutto per aumentare la produzione energetica nazionale in questo periodo di crisi conseguente alla guerra in Ucraina. L’obiettivo è ridurre ulteriormente l’importazione dalla Russia.
La norma fa riferimento «a siti con elevato potenziale minerario (riserva certa superiore a 500 milioni metri cubi) e a condizione che i titolari delle nuove concessioni aderiscano a sostegno dei clienti finali industriali a forte consumo di gas» a prezzo calmierato. Si può fare attività estrattiva «nel tratto di mare compreso tra il 45° parallelo e il parallelo passante per la foce del ramo di Goro del fiume Po, a una distanza dalle linee di costa superiore a 9 miglia».
Se ne deduce che le perforazioni saranno consentite solo nell’Alto Adriatico. Le piattaforme non torneranno, quindi, a spuntare davanti alla costa abruzzese, dove nel 2016 il governo Renzi bloccò le trivellazioni offshore del giacimento Ombrina mare. Contro quella decisione la compagnia petrolifera Rockhopper ha avviato nel 2017 una battaglia legale sfociata in un arbitrato internazionale in cui l’Italia è stata condannata a pagare una multa da 190 milioni di euro. Decisione contro cui lo Stato presenterà ricorso.
Ma l’emergenza energetica spinge il nuovo governo di centrodestra a consentire le perforazioni anche dove da sei anni erano vietate.
«Chiederemo ai concessionari che dovessero aderire di mettere a disposizione, in cambio, da gennaio gas tra un miliardo e due miliardi di metri cubi da destinare ad aziende energivore a prezzi calmierati», ha dichiarato Giorgia Meloni.
La proposta di emendamento è del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica. «Potenzialmente si stima una quantità di 15 miliardi di metri cubi sfruttabili nell’arco di 10 anni», ha detto il ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto. L’emendamento sulle trivelle prevede «il rilascio di nuove concessioni tra le 9 e le 12 miglia, in deroga al decreto legislativo del 2006 che invece precludeva nuove attività in materia di idrocarburi nelle aree marine protette e nelle 12 miglia da dette aree e dalla costa».