La stazione dei pendolari è una cattedrale nel deserto: manca tutto ed è off-limits per i disabili

Da stazione a semplice fermata. Negli anni sono aumentati gli utenti e diminuiti i servizi. Al punto tale che nello scalo Porto di Vasto non ci sono più neanche i bagni. La prima a chiudere fu la biglietteria, anche se fino a qualche anno fa la targhetta attaccata ai distributori automatici dei biglietti ha continuato a invitare i passeggeri a rivolgersi al bigliettaio di turno in caso di guasto alla macchinetta. Non si ricorda più neanche da quanto tempo ormai la tendina bianca sia abbassata sulla vetrata dello sportello davanti al quale i viaggiatori si mettevano in fila coi soldi in mano.

Nel piazzale esterno spesso si rimane imbottigliati tra le auto parcheggiate dove ogni automobilista decide per conto proprio, visto che manca perfino la segnaletica orizzontale. Ne sanno qualcosa i conducenti dei mezzi urbani. «Per recuperare spazio basterebbe restringere le aiuole, tutte inutilizzate e piene di vegetazione incolta», fa notare l’architetto Stefano Suriani, pendolare che da dieci anni da qui parte al mattino e qui torna ogni pomeriggio da Pescara.

Ma il peggio è che per i disabili è impossibile arrivare ai treni.

Servizio di Michele D’Annunzio – Video di Nicola Cinquina

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