Commercianti scendono ancora in piazza: «Le nostre attività rischiano il collasso»

Lo striscione alla testa del corteo sintetizza la situazione: “Siamo alla frutta”. Commercianti e amministratori comunali provenienti da tutta la provincia di Chieti sono tornati a sfilare per le strade di Ortona per manifestare preoccupazione, incertezza sul futuro e anche indignazione per i rincari di gas ed energia elettrica che mettono in ginocchio migliaia di imprese in Abruzzo.

(foto dal profilo Facebook di Leo Castiglione)

Gli organizzatori della manifestazione, la seconda nel giro di un mese, chiedono la rateizzazione ventennale dei debiti energetici e l’immediata sospensione dei distacchi delle utenze di coloro che da mesi non ce la fanno a pagare perché i costi sono più alti dei ricavi al punto tale da mettere a repentaglio la sopravvivenza della maggior parte delle attività.

«La richiesta rivolta al governo – spiega il sindaco di Ortona, Leo Castiglione – è di intervenire con immediatezza con misure finalizzate a colmare questa crisi economica che rischia di trasformarsi in grande crisi sociale».

«Ci si avvicina alla chiusura, vediamo situazioni drammatiche per i commercianti. La Regione sostenga il commercio di vicinato. Stesso problema per i Comuni, che devono garantire i servizi. Nei bilanci comunali si richia un disavanzo che può generare la responsabilità dei pubblici amministratori».

«Con gli altri sindaci, al fianco del comitato spontaneo dei commercianti che protestano contro il caro energia», scrive sul suo profilo Facebook Luisa Russo, sindaca di Francavilla al Mare. «Chiedono di fermare i distacchi delle utenze e di spalmare il debito che si genererà da bollette così alte. Hanno consegnato un documento al Presidente dell’Anci Abruzzo, Gianguido D’Alberto, sindaco di Teramo. Noi amministratori siamo tutti dalla stessa parte. Quello del caro energia è un problema che coinvolge tutti, e sul quale ci aspettiamo aiuti immediati e soprattutto concreti. Ma col collasso delle attività produttive e commerciali le città letteralmente si spegneranno, e non possiamo permetterlo. Porteremo questi concetti all’Anci nazionale e in tutte le sedi in cui avremo voce».

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