«Quest’estate abbiamo lavorato per pagare le bollette di luce e gas che, da una media di circa 2mila euro, sono passate a 10mila euro». Così Costantino Di Toro, proprietario insieme alla famiglia della pizzeria La Torre a Lancianovecchia, parla di tutti i sacrifici lavorativi estivi andati in fumo per le bollette di luce e gas del solo mese di agosto. «L’estate, tra l’altro, noi lavoriamo in piazzetta, quindi nel locale abbiamo veramente i consumi ai minimi termini. – ci dice – Non mi è mai piaciuto lamentarmi e non lo farò ora, ma spero davvero che nei prossimi mesi qualcosa possa cambiare sennò sarà difficile davvero. Noi cosa possiamo fare? Alzare i prezzi? Non credo sia eticamente corretto – spiega – e poi i nostri clienti ora sono abituati al nostro target e non vogliamo modificarlo anche se, sono sincero, un solo euro in più sulla pizza, potrebbe farci comodo». Potrebbe far comodo perché gli aumenti non riguardano solo l’energia ma anche tutte le materie prime e chi si siede in pizzeria non spende più come prima. Insomma, un pericoloso cane che si morde la coda.
«Gli aumenti ci sono, li vediamo ogni giorno, ma fortunatamente lavoriamo bene e non vogliamo lamentarci» è invece il commento di Nico Barone, proprietario del giovane ristorante in via Fieramosca, Cottabo. «Siamo passati dai 600 di qualche mese fa all’ultima bolletta di circa 1.500 euro e il gas non ancora arriva, per cui vedremo. – riferisce a Chiaro Quotidiano – Al momento teniamo botta e nonostante i pesanti costi energetici, abbiamo deciso di non alzare i prezzi anche per dare un segnale alle famiglie, alle prese anche loro prezzi lievitati ovunque».
C’è chi invece, come la Lanterna Verde tira ancora un sospiro di sollievo perché ha fortunatamente ancora un contratto bloccato. «Abbiamo riscontrato un aumento anche noi, ma lievissimo per ora. – riferisce Elenio Pallini – La situazione che però si sente in giro è preoccupante, anche perché questi contratti bloccati non dureranno in eterno. E non sono solo i costi dell’energia ad essere aumentati, ma dal primo ottobre tutte le materie prime costano un 20/30% in più, dove arriveremo?».
La situazione dei ristoratori, quindi, è in bilico su un filo su cui, al momento, cercano di resistere senza alcun aiuto esterno. Ma se non ci saranno degli interventi dall’alto, la netta sensazione è che sarà difficile resistere in equilibrio ancora a lungo.