«Nella peggiore delle ipotesi, pensavo che mi potesse cadere addosso l’armadio, non la casa». Così Valeria Esposito, superstite del terremoto del 6 aprile 2009 a L’Aquila e coinquilina della meno fortunata Ilaria Rambaldi che, proprio a causa della terribile scossa del 3.32 perse la vita insieme al fidanzato Paolo, racconta al programma di Italia 1 Le Iene cosa accadde 13 anni fa.
E lo fa alla luce della sentenza shock che ha incredibilmente incolpato le vittime giudicando «incauta» la decisione di restare a dormire in casa.
«Ilaria era molto preoccupata. – ha detto l’avvocato Maria Grazia Piccinini, madre della giovane, proprio ai microfoni delle Iene nella puntata andata in onda ieri sera – L’ultima telefonata? Le ho consigliato di mettersi a dormire in tuta, con borsa e scarpe vicine così da poter scappare subito. Ma non ce l’ha fatta».
E continua a far discutere ed arrabbiare la sentenza del tribunale dell’Aquila secondo cui le vittime degli edifici di via Campo di Fossa hanno una colpa maggiore rispetto a quella dei Ministeri, al 15%, responsabili di non essere usciti in strada, dopo la prima scossa delle 23. «Me lo sento addosso anch’io questo 30% di responsabilità. – dice Valeria all’inviata delle Iene – E per com’è andata, fa davvero male».
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