Di cosa parliamo – Il bilancio della stagione estiva tra aumento di presenze e rincari di energia e materie prime. Chiaro Quotidiano ha chiesto agli esercenti di Vasto com’è andata l’estate 2022 e cosa si aspettano da un inverno con lo spettro del caro bollette. Qui risponde Valerio Smargiassi, titolare di Pizzeria Bebbia in piazza Caprioli.
IL BILANCIO – «La stagione è andata bene, non si può dire il contrario, è stata un’estate movimentata: Vasto piace molto ai turisti, perché è un posto che unisce mare e montagna, e spesso è una località di passaggio dove magari si fa tappa anche durante un viaggio più lungo. Inaspettatamente quest’anno, rispetto agli anni scorsi, abbiamo lavorato più a maggio e giugno che a luglio, che è stato un mese senza tanti eventi e con meno presenze. In molti hanno aspettato agosto per venire in vacanza, magari approfittando anche della concomitanza con il Jova Beach Party. La stagione estiva è andata bene, non si è discostata molto anche dalla scorsa in cui comunque c’era ancora l’emergenza sanitaria: nel 2021 ci sono state parecchie presenze, abbiamo avuto qualche cliente in meno perché avevamo la possibilità di mettere meno tavoli, viste le normative sul distanziamento, quindi quest’anno la stagione è stata sicuramente più gestibile. È stata un’estate in linea con le altre, anzi, sia nel 2020 che nel 2021, a luglio abbiamo lavorato di più, in particolare con gli stranieri. Le feste patronali non le sentiamo particolarmente a livello di carico di lavoro, quest’anno è stato anche brutto tempo e di solito si inizia ad uscire molto meno già dalla metà di settembre, soprattutto quando si deve cenare all’esterno. Nel mese di ottobre non c’è stata grande affluenza ma, confrontando il dato con quello degli altri anni, abbiamo notato che è in linea».
LA STANGATA – «L’aumento dei prezzi è innegabile e si fa sentire. Rispetto all’anno scorso, quando la bolletta di agosto era di circa 700 euro, quest’anno i prezzi sono triplicati: l’importo di una delle ultime è stato di 2500 euro. Il problema non riguarda solo il caro energia, è aumentato praticamente tutto, anche le materie prime: farina, pomodoro, arrosticini, bibite. La farina che usiamo, ad esempio, è un prodotto artigianale che da 1.80 euro al chilo, è arrivata a costare 2.40 e lo stesso discorso vale anche per le bevande, soprattutto la birra. Puntiamo sempre ad utilizzare delle materie prime di qualità, e quest’inverno probabilmente saremo costretti ad aumentare i prezzi di alcuni prodotti, evitando però di modificare quelli delle pizze: non me la sento di far pagare una margherita 7 euro, diventerebbe proibitivo anche mangiare una pizza. Non mi piace l’idea degli aumenti, ma la situazione inizia a diventare particolarmente pesante, e si rischia di non riuscire ad andare avanti».
INVERNO “TORRIDO” – «Da quando gestisco Bebbia, la mia politica è sempre stata quella di tenere aperto tutti i giorni, anche durante l’inverno, garantendo sempre il servizio a domicilio, servizio che portiamo avanti dall’anno dell’apertura. La mia avventura in pizzeria è iniziata nel 2015, quando ho deciso di dare una mano a mio cugino che aveva inaugurato il locale da poco. Il 22 giugno 2017 ho rilevato l’attività con un socio, e dal febbraio del 2019 sono l’unico titolare. È stata una cosa piuttosto inaspettata per me, visto che fino al 2015 ero impegnato in un progetto di salvaguardia ambientale in Costarica e non pensavo ad un futuro nella ristorazione. Quest’anno, visti gli aumenti di energia e materie prime, e considerato il flusso che c’è a Vasto l’inverno, non so fino a che punto valga la pena restare aperti tutti i giorni, penso che proveremo a fare 2 o 3 giorni di chiusura, almeno a novembre per vedere come va. A dicembre magari ridurrò le chiusure, soprattutto nel periodo natalizio, ma comunque facendo una valutazione a seconda del flusso della clientela e delle richieste. La pizzeria ha 15 posti a sedere al coperto e riusciamo ad occuparli tutti, anche su un paio di turni, solo il sabato e la domenica. I mesi con meno presenze sono proprio novembre, gennaio e febbraio. La prima settimana di gennaio c’è ancora qualcuno, poi è calma piatta fino a fine stagione. Lo scarso movimento nel periodo invernale non è una novità: anche prima del Covid è sempre stata una stagione spenta».
MUSICA E ORDINANZE – Fermare la musica all’1 di notte per evitare episodi di violenza: un’ordinanza, quella emanata nel corso del fine settimana delle feste patronali di San Michele, che ha fatto discutere. «Le brutte abitudini – afferma Valerio – non sono collegate alla vita notturna o alla musica, c’è chi le mette in pratica anche alla luce del sole. Il problema è sotto gli occhi di tutti, così come la soluzione: basterebbe aumentare l’impiego di forze dell’ordine, fare più controlli e soprattutto farli mirati. Vasto è piccola, si sa dove ci sono determinate criticità, magari un controllo più capillare nei luoghi maggiormente a rischio non risolverebbe il problema, ma potrebbe migliorare la situazione. La musica non è sinonimo di “sballo”, limitarla non serve, quello che serve è l’educazione al divertimento».