«Il futuro di Cupello non passa dai campi di calcio»

Il calcio, proprio a partire dalla base, può essere considerato il sismografo della società italiana. E registrandone le scosse, si finisce per rompere un vaso di pandora. Dove escono tanti mali, del calcio e del Paese stesso, ma dove sul fondo, proprio come nel celebre racconto della mitologia greca, resta la speranza.
A Cupello il calcio è tutto anche a livello amministrativo. Nei 16 anni che ho vissuto come residente  in questa cittadina ho visto più attenzione al calcio da parte di tutte le amministrazioni che si sono avvicendate che su temi che interessano la vita di tutti i giorni.

Da più parti si giustifica tanta attenzione perché il calcio è welfare. Ho cercato su Wikipedia la definizione di welfare e ho trovato: «L’insieme delle politiche sociali che proteggono i cittadini dai rischi e li assistono nei bisogni legati alle condizioni di vita e sociali».

Ho sentito parlare di calcio come welfare in contrada Montalfano dove i rischi ci sono e sono quelli relativi al gas. Non ho sentito parlare di come proteggere i cittadini dai rischi e questo è welfare. Non ho sentito parlare delle compensazioni adeguate che quella comunità come tutta Cupello meriterebbe per i rischi di avere uno degli impianti di stoccaggio di gas più ampi d’Europa. Non ho sentito parlare di iniziative come quella della Basilicata dove a fronte dei rischi, i cittadini ottengono vantaggi sulle bollette del gas.

Tornando alla seconda parte della definizione di welfare mi è venuto in mente il piano di risanamento finanziario di 15 anni che il comune di Cupello sta affrontando. Fare un piano di rientro finanziario di tale durata senza includere l’impatto inflazionistico cioè l’impatto dell’aumento dei prezzi è come il vecchio gioco del passaggio del cerino sperando che qualcun altro si bruci.

Quando si fa un piano di questa portata bisogna essere ben piantati nella realtà altrimenti la seconda parte del welfare diventa una chimera. Le ricette ci sono e si trovano nella condivisione con tutta la comunità trattandola come risorsa e non come mera esecutrice di decisioni prese altrove.
È necessario un cambio di metodologia dove la comunità diventa protagonista e l’amministrazione diventa interprete ed esecutrice perché la comunità, quella diffusa e non quella del calcio, è la vera garante del welfare di Cupello.

Gianluca Garofalo

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Comments 2

  1. Giuseppe Di Francesco says:

    Il calcio è anche mezzo di sviluppo economico oltre che sociale. Il calcio aggrega, forma, istruisce,aiuta,fortifica,crea, elimina le tentazioni, è salutare e può essere anche un veicolo formidabile di sviluppo socio-economico. Chiaramente x concretizzare ciò bisogna investire tempo, competenze e risorse economiche almeno x i primi 4/5 anni, poi si avranno solo frutti sotto ogni aspetto. Le vie x raggiungere tali obiettivi sono diverse e faccio un esempio: la Virtus Cupello ha organizzato unitamente al Comune di Cupello il Torneo della Pace (25 Aprile 2022), manifestazione molto significativa nel giorno della LIBERAZIONE, costi uguale a ZERO, hanno partecipato 344 bambini di 13 società (Abruzzesi,Molisane e Pugliesi), si sono avute più di 1000 presenze sugli spalti, il risultato quale è stato? Conoscenze e nuove amicizie tra i ragazzi di territorio diversi, conoscenze ed amicizie tra tecnici e dirigenti, conoscenze tra i vari genitori, nonni e quant’altro, conoscenza ed apprezzamenti verso il paese Cupello, scoperta di particolari prodotti tipici del territorio in primis sua “maestà” il Carciofo, hanno lavorato tantissimo i bar, ristoranti ed attività commerciali, in sintesi ha creato un movimento sotto ogni aspetto. Bene proviamo a proiettare questo tipo di “investimento” a più riprese e con ulteriori aspetti significativi da rappresentare e da cogliere, oltre a questo esempio potrei elencare una serie di opportunità che si potrebbero avere con il Calcio!!! Bisogna crederci e lavorarci, le chiacchiere stanno a zero. La dimostrazione è anche che il calcio crea un movimento straordinario sotto ogni aspetto. Quindi il problema non è il calcio ma siamo noi che non siamo capaci di capitalizzare questo fantastico gioco!!! Questa è la cruda realtà, troppi spiccioli interessucci, poca lungimiranza, egoismi, invidie, gelosie, disfattismo, presunzione, sono solo alcuni aspetti che bloccano lo sviluppo territoriale attraverso il calcio. Comunque lancio un appello a chi ha a cuore le sorti del territorio x creare i presupposti di uno sviluppo sano, fruttuoso e duraturo attraverso il meraviglioso gioco del CALCIO PULITO!!! Grazie!!! Giuseppe Di francesco

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