Sentenza sul sisma, L’Aquila porta in campo vicinanza alle vittime anche senza permesso della Lnd

Se sotto le macerie della Casa dello Studente e di altri edifici di via Campo di Fossa morirono ventiquattro persone, fu colpa anche delle vittime, che non uscirono di casa dopo due forti scosse di terremoto. Con questa assurda motivazione il Tribunale civile dell’Aquila, lo scorso 11 ottobre ha ridotto l’importo del risarcimento dovuto ai familiari di coloro che furono uccisi dal crollo dei fabbricati causati dal sisma del 6 aprile 2009. Una decisione inopportuna ed inaspettata che ha riaperto una ferita mai rimarginata non solo nei parenti di quelle vittime ma anche nel cuore di una città che non può e non vuole dimenticare quella triste pagine e soprattutto quelle vittime innocenti. Per protestare contro la decisione del tribunale oggi pomeriggio L’Aquila Calcio 1927, nonostante il divieto e la mancata autorizzazione della Lega Nazionale Dilettanti scenderà in campo indossano sopra la divisa da gioco una t-shirt bianca riportante la frase “I morti non meritano percentuali”.

«Una decisione che lascia amareggiati – afferma la società tramite i propri canali social – visto anche il tono non offensivo del messaggio relativo alla sentenza con cui il Tribunale dell’Aquila ha riconosciuto un concorso di colpa, pari al 30%, delle vittime. Tuttavia – si legge ancora nel messaggio del club – quando in campo scende L’Aquila, scende in campo la squadra della gente. La sua gente. Quella che il 6 aprile 2009 stava dormendo in casa propria. Siamo dunque consapevoli di dover rappresentare in ambito calcistico una intera comunità, ancora attonita e indignata per la sentenza di cui trattasi. E sentiamo nostro, perciò, l’onere di difendere e far valere, come e dove possiamo, la dignità di una intera popolazione. Per questo motivo – si legge ancora nel messaggio – e con tutto il rispetto per le istituzioni che regolano il gioco del calcio, abbiamo preso la decisione di non esimerci dal dimostrare la nostra vicinanza ai familiari delle vittime e di scendere comunque in campo con la maglietta che stiamo preparando, perché i morti non meritano percentuali e la nostra gente merita rispetto».

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