È stata confermata dalla Corte di Appello dell’Aquila la condanna a 2 anni e 6 mesi di reclusione nei confronti dell’uomo già sottoposto al divieto di dimora nella provincia di Chieti per violenze e maltrattamenti nei confronti della ex moglie. In applicazione del codice rosso per la violenza domestica e di genere, il 21 gennaio 2020 l’uomo era stato raggiunto dalla «misura dell’allontanamento e, a causa delle violazioni consistite in messaggi telefonici e pedinamenti prontamente documentati e registrati dalla vittima, a fine febbraio del 2020 veniva disposta la misura cautelare in carcere per aver violato il divieto di avvicinamento alla vittima», riferisce l’avvocato Francesco Bitritto, legale della donna.
Venivano registrati «oltre 1000 messaggi in poche settimane, aggressioni fisiche anche in luogo pubblico, minacce con coltello e gps nascosti dentro la macchina. Per più volte, con un duplicato delle chiavi, prelevava la macchina e la nascondeva alla vittima». L’uomo si era recato più volte sul posto di lavoro dell’ex compagna e aveva compiuto azioni intimidatorie verso tutte le amiche e le persone vicine dalla vittima. Ad aprile era stata emessa la prima sentenza di condanna dal tribunale di Vasto.
Lo scorso 7 ottobre, il Collegio Giudicante di L’Aquila «ha definitivamente statuito sul merito di questa triste vicenda. La sentenza di primo grado, quindi, è stata in toto confermata: condanna alla pena di anni 2 e mesi 6 di reclusione, confermato il divieto di dimora nella provincia di Chieti. e confermate 5000 euro di provvisionale ai fini del risarcimento economico», riferisce l’avvocato Bitritto che esprime la soddisfazione della parte civile per l’epilogo della triste vicenda.