Dopo il grande successo e il sold out dell’anteprima nazionale del 13 giugno al Teatro Marrucino di Chieti, il prossimo 6 ottobre, alle ore 20.30 al Teatro Fenaroli di Lanciano torna in scena lo spettacolo “Quando il Grano Maturò” – storie di gente r-esistente”, nuova produzione teatrale di CuntaTerra di e con Marcello Sacerdote e con la prestigiosa regia di Laura Curino, autrice e attrice torinese pioniera del teatro di narrazione in Italia. “Quando il Grano Maturò” – storie di gente r-esistente” è uno spettacolo di narrazione teatrale e un progetto multidisciplinare sul tema della Resistenza Umanitaria in Abruzzo durante il periodo della Seconda Guerra Mondiale. È un intreccio di memorie e racconti, risultato di un lungo lavoro di ricerca sul campo, tra l’analisi di fonti storiche e interviste realizzate con i testimoni del passato. Un progetto che mette in sinergia voci e competenze diverse, a partire dalla direzione organizzativa di Chiara Spina, progettista e co-designer del progetto, e dalla consulenza storica di Nicola Palombaro, presidente dell’Anpi di Pescara. Giulia Ferrante, dialettologa e sociologa, è assistente alla drammaturgia. Le musiche e la regia del suono sono affidate a Valerio Bucciarelli Vorinc. La scenografia è a cura di Lisa Brunetti (Alìbi) e di Gianni Mad Colangelo. L’illustrazione e il progetto grafico a cura di Chiara Scarpone e Chiara Galizia.
Il lancianese Enzo Francesco Testa alle riprese video. Sono tante le parole chiave intorno alle quali si fonda e si costruisce questo ambizioso progetto, a cui CuntaTerra sta lavorando da tre anni. La prima tra tutte è memoria. «Il progetto nasce dall’esigenza di coltivare e trasmettere la memoria di storie legate alla seconda guerra mondiale. – spiega il direttore artistico Marcello Sacerdote – la volontà di approfondire e divulgare questa pagina importante di storia nasce dal grande amore per il nostro territorio, che durante la Seconda Guerra Mondiale fu un vero e proprio laboratorio della Resistenza, per molti versi unico, in Italia. “Quando il Grano Maturò” racconta la Resistenza dal punto di vista della gente comune, mettendo in scena la Storia e le storie di donne e uomini che, con azioni tanto eroiche quanto silenziose, espresse in termini di solidarietà indiscriminata e umana fratellanza, hanno contribuito alla lotta di Liberazione del Paese».
Una Resistenza che è donna: molti momenti dello spettacolo sono dedicati alle donne, che furono attive su più fronti. «Esperienze significative – continua Marcello Sacerdote – che desideriamo restituire, celebrando quella che riteniamo essere una testimonianza autentica di pace e di profondo senso civile, da rinnovare nel presente e consegnare alle nuove generazioni. Rete è la seconda chiave – spiega Chiara Spina – “Quando il Grano Maturò” è un progetto comunitario, che non pone al centro le scelte autoriali ma punta a mettere insieme un patrimonio eterogeneo di storie da mettere al servizio delle persone». Il progetto nasce come strumento per creare reti e relazioni sul territorio mettendo in connessione individui, esperienze, idee e azioni, con l’obiettivo comune di valorizzare e salvaguardare la memoria collettiva e di promuovere l’arte e la cultura del territorio. «È proprio grazie alla rete – continua Chiara Spina – che dopo il grande successo dell’anteprima di Chieti stiamo portando di nuovo in scena lo spettacolo a Lanciano. L’iniziativa è infatti organizzata con la preziosa collaborazione della sezione Anpi “Trentino La Barba”, dell’associazione l’Altritalia e del Comune di Lanciano”. Anche la scelta della data non è casuale perché ricorre in occasione della celebrazione delle giornate dei Martiri Ottobrini, partigiani che il 5 e 6 ottobre 1943 affrontarono, a Lanciano, i soldati della Wehrmacht».
Le gesta, esaltate dalle radio di Londra e New York, valsero alla città il riconoscimento della medaglia d’oro al valor militare. «Le scelte di inserire questo spettacolo nelle giornate del ricordo della Rivolta Lancianese si legano alla costante ricerca intorno alla Storia e alla Memoria a cui si dedica da sempre l’Associazione L’Altritalia – spiega Gianna Di Donato, Presidente dell’associazione – Lo sguardo ampio alle ‘resistenze’ narrate da Marcello Sacerdote mostra in che misura gli eventi si somigliano. Questa prossimità sottolinea quanto il percorso di liberazione, da qualsiasi forma di oppressione, sia profondamente umano, iscritto atavicamente nella nostra memoria e annunciatrice del profondo, innato senso civico delle persone. Le parole, nello spettacolo, ci svelano le vene attive e sotterranee della storia che si fa comune per ispirazione, sociale per la portata, collettiva per le condotte».