Ha il sapore dell’estate appena finita e il fascino del giallo d’autore, “Torna indietro appena puoi”, libro scritto a quattro mani da Tiziana Riolfi e Margherita Arcangeli, edito da People. Un racconto che le scrittrici, madre e figlia, venete d’origine, hanno deciso di ambientare in uno dei loro posti del cuore: Vasto.
La scelta, fatta dalle due autrici che vivono a San Rocco di Piegara, frazione di Roveré Veronese «in una casa isolata ai margini del bosco», di ambientare la loro storia sulla Costa dei Trabocchi, nasce dal «legame sentimentale che abbiamo con Vasto, città in cui abbiamo degli amici di famiglia». Nel 2015, racconta Tiziana Riolfi a Chiaro Quotidiano, «abbiamo fatto una vacanza a Vasto, in un luogo abbastanza simile a quello che descriviamo nel giallo, e da lì è partita l’idea. In quel viaggio ci siamo proprio sbizzarrite a immaginare storie sulle varie persone che incontravamo e la storia di “Torna indietro appena puoi”, nasce proprio da questo episodio che abbiamo vissuto». Come Carla e Ada Candiani, le protagoniste del romanzo, anche le due autrici sono madre e figlia. «Le due protagoniste – sottolinea Margherita – sono quasi dei nostri alter ego. Abbiamo vissuto davvero una vacanza in cui ci siamo sentite un po’ Agatha Christie e abbiamo inventato storie sulle persone incontrate e sui posti visitati. In quel momento abbiamo anche pensato “dovremmo scrivere un romanzo su queste cose”».
Ad offrire a Tiziana e Margherita l’opportunità di mettere su carta le idee nate durante quella vacanza al mare, è stata la pandemia. «Diciamo che tra virgolette dobbiamo “ringraziare” il Covid – afferma Margherita – che ci ha concesso più tempo da passare insieme per dedicarci a questo progetto. Ho passato il primo periodo di lockdown a Parigi, e non appena hanno riaperto le frontiere sono scappata, sono tornata indietro appena ho potuto, come dice il titolo del libro. Abbiamo voluto che la pandemia entrasse nella storia, che caratterizzasse situazioni ed alcuni personaggi, pensando che la narrativa non potesse esimersi dal raccontarla. Scrivere questo libro ha permesso a me e mia madre di ritrovarci». «Il romanzo e la pandemia – aggiunge Tiziana – ci hanno dato la possibilità di convivere. Margherita ha lasciato casa quando aveva 19 anni, prima per l’università poi per dottorati e stage a Parigi, Berlino e Ginevra, e adesso vive Parigi, quindi questa è stata l’occasione per condividere spazi, momenti ed esperienze come non succedeva da anni».
«Abbiamo scritto il libro in due – spiega Margherita – ma siamo intervenute vicendevolmente l’una nelle parti dell’altra. Non abbiamo fatto divisioni chiare, banalmente per esempio, ci siamo “rimpallate” anche i personaggi: non ce n’è uno scritto solo da me o uno scritto solo da mia madre, ci siamo davvero divise il lavoro di scrittura». «A parte la base di ogni episodio, in cui decidevamo insieme come svilupparlo e quali personaggi far entrare in gioco – dice Tiziana – c’era un confronto continuo per cui io leggevo il mio pezzo e lei ci metteva il naso e viceversa, quindi ogni pezzetto diventava una sintesi del lavoro di tutte e due. Era un lavoro organizzato a episodi, si tratta di poche pagine e non di veri e propri capitoli». A dare l’ispirazione alle autrici, dei “mostri sacri” del genere. «L’amore per il giallo parte da Agatha Christie, che è nel cuore di ogni giallista – dicono – ma gli autori che sentiamo più vicini a noi e alla nostra scrittura e a cui ci siamo ispirate maggiormente sono Fruttero e Lucentini».
E, come in ogni romanzo giallo che si rispetti, le due autrici sono tornate sul luogo del delitto. «Siamo tornate a Vasto nel momento della rilettura del libro – raccontano – ed è stata un’esperienza molto bella. Ci abbiamo messo un anno a scrivere il romanzo, da luglio del 2020 al 2021, e quando abbiamo finito abbiamo deciso di fare una vacanza a Vasto. Sono stati dieci giorni in cui abbiamo apportato varie modifiche prima della stesura finale, e che ci hanno permesso di rivedere anche le cose scritte ritrovandoci sul luogo del delitto. Dalla nostra vacanza del 2015, a Vasto ci sono stati dei cambiamenti, ad esempio posti che non ci sono più ma che comunque abbiamo deciso di mantenere nel libro. Durante la permanenza abbiamo anche “approfittato” della gentilezza dei cittadini per correggere alcune parti scritte in dialetto. Abbiamo trovato grande disponibilità da parte degli abitanti di Vasto e di Termoli che ci hanno dato tutte le indicazioni necessarie per migliorare il nostro lavoro. Scrivere questa storia ci ha permesso di sentirci a Vasto. È stato come se durante la pandemia, quando cambiavano i colori delle zone, per noi il tempo si fosse fermato mentre eravamo in riva al mare sulla spiaggia della Marina o di Punta Penna. È stato un viaggio stupendo».
SINOSSI – Agosto 2020, tempo del primo “liberi tutti”. Carla e Ada Candiani, madre e figlia, prevedono che la loro oasi di pace nella Lessinia veronese verrà presa d’assalto, e decidono così di fuggire al mare. «Torna indietro appena puoi» è il monito che il navigatore intima alle Candiani, le quali faticano a trovare la strada per arrivare al Luxury Resort Stella Maris di Vasto. Forse farebbero bene a dargli retta: le donne non sanno che stanno andando incontro a un’insolita vacanza tinta di giallo. Allo Stella Maris troveranno un microcosmo à la Agatha Christie che dapprima le divertirà, ma poi riserverà loro un tragico rompicapo: chi e perché ha rapito Li Na, la figlia dei gestori del resort? Questa la domanda che tutti – i familiari, le Candiani, gli altri ospiti, il maresciallo Franco… – si pongono e a cui tutti cercano di dare risposta, ma per lo più finendo in un cul de sac. Non resta che tornare indietro appena possibile e ricominciare con una nuova ipotesi. «Avevano già consumato dessert, caffè e ammazzacaffè. Giunte al Corfinio, liquore alle erbe della zona – “Della zona… di Chieti eh, non di Vasto” si era premurato di sottolineare Senso – offerto dalla casa, Ada pose la questione: “Secondo te, chi sarà la prima vittima?”. “Chi sarà la vittima, o le vittime, non so. Ma posso dirti, fin d’ora, chi sarà l’assassino.”».