Etelwardo Sigismondi, segretario regionale di Fratelli d’Italia e neo senatore. Di fatto, da queste elezioni lei esce come l’unico rappresentante della parte meridionale dell’Abruzzo. Lei, che è di Vasto, dovrà rappresentare non solo il Vastese, ma anche Lanciano e la Frentania, che non hanno nemmeno un parlamentare. Cosa vuole fare per questa ampia fetta d’Abruzzo e come pensa di rappresentarla?
«Innanzitutto cercando di rimanere ben saldo al territorio, nonostante la legge elettorale che, con l’abolizione delle preferenze allontana in qualche modo i candidati del territorio dalla gente, manteniamo saldo il legame, che è quello che abbiamo cercato di fare facendo una campagna elettorale tra la gente, soprattutto nei comuni dell’entroterra, cui dare rappresentanza parlamentare vera cercando il più possibile di essere a contatto non soltanto con i cittadini, ma anche con i sindaci che rappresentano un punto di riferimento importantissimo del territorio. Questo è un primo modo di lavorare. Poi ci sono i grandi temi, lo dico per il nostro territorio, a cominciare da quello energetico, perché nella nostra zona abbiamo realtà industriali che sono molto in affanno rispetto a questo argomento. E questa sarà la priorità non soltanto mia, ma anche del governo che ci auguriamo a guida di Giorgia Meloni. E poi ci sono tantissimi altri temi da affrontare, come quello delle infrastrutture, perché l’Abruzzo si trova al centro dell’Italia ma, per alcuni versi, si trova completamente isolato. Il tema delle infrastrutture è stato in questi tre anni la bandiera dell’azione del presidente della Regione, Marco Marsilio».
Col taglio del numero dei parlamentari l’Abruzzo ha perso otto rappresentanti: da 21 (sette senatori e 14 deputati) a 13 (nove deputati e quattro senatori). A questo si aggiunge un altro problema, quello dei paracadutati: candidati non abruzzesi che sono stati eletti in Abruzzo. In FdI ce ne sono tre: Fabio Roscani, Rachele Silvestri di FdI, oltre alla vostra leader, Giorgia Meloni.
«Innanzitutto gli elettori hanno premiato una squadra di governo e soprattutto un progetto politico, quello di Giorgia Meloni. Quello dei paracadutati è un argomento più utilizzato dagli addetti ai lavori che vissuto realmente dai cittadini, anche perché noi portiamo tre parlamentari abruzzesi doc e, comunque, tenete presente che chi viene eletto in Fratelli d’Italia crea un legame fortissimo con il territorio in cui è stato eletto. Dimostreremo con i fatti l’attività di Roscani sul territorio e anche di Rachele Silvestri. Indipendentemente da questo, avremo un’attività che è fatta da persone che vivono il territorio, come Guerino Testa, me e Guido Liris, quindi mi sembra un falso problema. Ma il problema più grosso è che il taglio dei parlamentari, unito a questa legge elettorale, allontana la rappresentanza parlamentare dai territori perché, nel momento in cui si abbassa il numero dei parlamentari, ovviamente la rappresentanza è minore. Ma sia da chi è abruzzese sia da chi ha iniziato l’attività in Abruzzo con queste elezioni politiche ci sarà una forte presenza in come i problemi dell’Abruzzo verranno portati a Roma. Di fatto, anche la candidatura di Giorgia Meloni nasce con questa idea: l’Abruzzo in passato non ha contato nulla e non facciamo finta che non sia così. La candidatura della leader di FdI nasce così: se è vero, come sembra, che Giorgia Meloni sarà futura presidente del Consiglio, avere un presidente del Consiglio eletto in Abruzzo vuol dire dare maggiore forza a quelle che sono le istanze del nostro territorio. Quindi mi sembra che l’Abruzzo da queste elezioni e dalla vittoria di Fratelli d’Italia esca assolutamente rafforzato e non penalizzato».
Si aspetta di ricevere un incarico oppure sarà un semplice parlamentare?
«Sulla squadra di governo si sta facendo una riflessione, è prematuro fare delle previsioni, tenendo anche presente che sono alla prima esperienza parlamentare, quindi bisognerà prima prendere confidenza con la macchina legislativa che, comunque, è molto complessa, infatti sono ore di studio del regolamento del Senato e quant’altro. C’è un altro aspetto che non bisogna dimenticare: al Senato la differenza tra maggioranza e opposizioni è molto più risicata, quindi difficilmente chi è al Senato potrà avere ruoli di governo che, di fatto, lo porterebbero a stare lontano dall’aula».