Nella solennità religiosa dei Santi Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele, l’arcivescovo di Chieti-Vasto Bruno Forte ha presieduto la messa nella chiesa di Santa Maria Maggiore per celebrare così la festa del Santo Patrono della città di Vasto, San Michele. «Ci siamo preparati con la Novena a questa festa e ci siamo ricordati che le peculiarità dell’angelo sono lodare e servire. Non dobbiamo mai stancarci di servire. La ringraziamo perché lei c’è e ci sostiene, con la sua persona e la sua preghiera», ha esordito don Domenico Spagnoli, parroco di Santa Maria maggiore, nell’introdurre la celebrazione a cui hanno partecipato i parroci della città e del territorio, le confraternite cittadine, le autorità civili e militari.
Nell’omelia, monsignor Forte ha posto al centro il ruolo della comunicazione. «A volte anche le nostre comunità civili, a volte anche le nostre comunità ecclesiali sono folle di solitudine, insiemi di persone che non comunicano tra loro. Ricordiamo che la comunicazione nasce dall’amore, dal desiderio di uscire da sé e accogliere l’altro e di costruire insieme un comune cammino. Possa l’arcangelo Michele e gli angeli con lui aiutarci a vivere anzitutto questa prima condizione, ad avere un cuore e una mente traboccanti d’amore e di desiderio di stringere con gli altri patti di pace. Vediamo come in questo momento sia drammatica e difficile la comunicazione tra popoli come quello della Russia e dell’Ucraina a causa di scelte sciagurate compiute da chi è al potere oggi in Russia. Dobbiamo per questo valorizzare l’importanza dell’iniziativa della comunicazione, della capacità di ascoltare, di donarsi e di accogliere».
Ha poi aggiunto che «la comunicazione è frutto di una lotta interiore che dobbiamo continuamente affrontare per aprire il nostro cuore all’altro e per poter accogliere l’altro nel nostro cuore e nella nostra vita». Nella giornata in cui si rende onore alla figura dell’arcangelo Michele c’è «l’augurio alla città del Vasto di avere questa capacità di comunicare, di uscire dalle nostre solitudini, dalle nostre paure e dai nostri egoismi, di renderci capaci di ascolto e di accoglienza nei confronti degli altri ma anche di renderci capaci di donare noi stessi. Il Signore ci conceda di essere uomini e donne che si aprono agli altri e donano agli altri in una vera prossimità che costruisca legami di vera solidarietà, di comunione autentica che sono alla base di un’autentica convivenza civile».
Domani, 30 settembre, l’arcivescovo Forte presiederà la messa che sarà seguita dalla processione con cui si riporterà la statua di San Michele nella sua chiesa.