Truffa online delle denunce per pedopornografia, cittadini nel mirino anche nel Vastese

La truffa delle false denunce per pedopornografia arriva anche nel Vastese. Una e-mail dall’oggetto preoccupante: «Citazione in giudizio da parte della polizia per una inchiesta giudiziaria”. La stanno ricevendo centinaia di utenti in diverse zone d’Italia. Anche a Vasto la falsa notifica di atti giudiziari è arrivata sulla posta elettronica di ignari destinatari. Il documento, taroccato con tanto di simbolo del ministero dell’Interno, comunica la presunta esistenza di «diversi procedimenti legali in materia di pedopornografia, istigazione alla pedofilia ed esibizionismo».

Segnalazioni sono arrivate a Chiaro Quotidiano da parte di utenti spaventati dopo aver ricevuto la minacciosa comunicazione in cui si ipotizza a carico del destinatario una grave violazione di alcuni articoli del codice penale: «Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque, con qualsiasi mezzo e con qualsiasi forma di espressione, pubblicamente istiga a commettere, in danno di minorenni, uno o più delitti» di prostituzione minorile, pornografia minorile, detenzione o accesso a materiale pornografico, pornografia virtuale «è punito con la reclusione da un anno e sei mesi a cinque anni e una multa di 75mila euro».

Inoltre si intima al cittadino di fornire, entro 72 ore, le necessarie giustificazioni dei propri presunti comportamenti illeciti. Esimenti che verranno «esaminate e verificate per valutare eventuali sanzioni», altrimenti «il rapporto verrebbe inviato al procuratore della Repubblica presso il tribunale specialista in criminalità per stabilire un mandato di arresto contro di voi, vi invieremo in questo caso lettera raccomandata con ricevuta di ritorno». In questo modo i truffatori cercano di indurre il malcapitato a comunicare loro, tramite e-mail, i suoi dati personali da inserire in un elenco dei molestatori. «Il suo dossier – si legge nel testo – sarà trasmesso alle associazioni che lottano contro la pedofilia e ai media per la pubblicazione».

Alcuni cittadini, preoccupati, si sono rivolti alle forze dell’ordine per chiedere spiegazioni. È bene chiarire che nessun organo inquirente chiede a un indagato di dimostrare via posta elettronica la propria innocenza. Queste comunicazioni sono finalizzate solo a carpire dati sensibili.

Le e-mail stanno arrivando non solo nel Vastese, ma anche in altre zone d’Italia. In Sardegna la polizia di Sassari ha avviato un’indagine per risalire ai responsabili e allo scopo dell’inganno.

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