A tutto Inglese: «La vita restituisce tutto. Fiero della mia carriera»

Roberto Inglese ora sta bene. Anzi benone, mai stato meglio in carriera. L’impressione è che lo sia non solo dal punto di vista fisico ma guardando a quanto fatto nell’ultimo mese, in campo, il peggio sembra essere definitivamente messo alle spalle.

Avere il classe ’91 vastese (di origini pugliesi) in squadra nel campionato di Serie B è un autentico lusso, il Parma e mister Pecchia lo sanno benissimo. Alle parole fanno rima i fatti, quattro gol consecutivi contro Cosenza, Ternana, Genoa e Ascoli, in oltre dieci anni di professionismo, tra C, A e B, mai c’era stato questa continuità sotto porta.

Dal grave infortunio del gennaio 2019 fino al maggio scorso erano stati 9 gol in tre stagioni, la storia è cambiata e con lui il Parma può davvero ambire al ritorno in Serie A. Nei giorni scorsi, con la sosta per le nazionali, Sky Sport con la giornalista Marina Presello è andato a trovarlo a Parma invitandolo al Teatro Regio per un’intervista in tre atti: presente, passato e futuro.

«Oggi sono un calciatore maturo – le parole di Roberto Inglese – ho superato più di un problema ma non ho mai perso il vizio del gol. Lo stesso dicasi per lo spirito di sacrificio in campo e negli allenamenti, mi godo il momento, spero di continuare così». In campo non ha mai recitato il ruolo di attore principale ma questo non è assolutamente un limite: «Vero, non sono mai stato una prima donna ma quello che so è che devo sempre dare il massimo per la squadra ma se c’è l’occasione so ancora fare gol».

Sul passato impossibile non riavvolgere il nastro al grave infortunio del gennaio 2019: «Un anno difficilissimo, è dura guardare le partite mentre tu sei obbligato a star fermo. Quando però andavo al campo di allenamento in testa avevo sempre l’obiettivo di tornare quello che ero. Ci vuole tanta pazienza ma alla lunga la vita restituisce tutto e posso affermare di essere cresciuto soprattutto come uomo». Alla domanda su com’è nato l’amore per il calcio il ricordo del trentenne vastese è nitido: «Ero al supermercato, mamma mi comprò un pallone e ci iniziai a giocare sotto casa. Passò un signore che notò qualcosa in me, mi chiese se volevo far parte della sua scuola calcio e da allora questo è il mio mondo».

Nell’ultimo atto dell’intervista, lo sguardo verso il futuro, a breve e lungo termine, partendo dall’obiettivo stagionale del Parma: «Già nella passata stagione ci siamo accorti che la Serie B è un campionato difficile, bisogna calaresi nella categoria, senza proclami, lavorando duro ogni giorno. Siamo una squadra giovane e con talento, ci toglieremo belle soddisfazioni».

Insieme al “Mudo” Vazquez divide la fascia di capitano: «Ognuno può esserlo a proprio modo, non sarò uno loquace ma negli atteggiamenti posso affermare di essere un buon esempio per i più giovani». A quasi trentuno anni (da compiere a novembre) e con un ottimo stato di forma ritrovato per i titoli di coda della carriera è ancora prestissimo ma Roberto Inglese non si nasconde: «Non ho rimpianti, ho dato tutto e continuerò su questa strada. Quando arriverà il momento di smettere mi guarderò indietro e potrò raccontare ai miei figli con un grande sorriso di essere stato fiero della carriera che ho avuto».

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